Le recenti dinamiche di mercato rivelano un costo inferiore per i servizi cloud basati su chip Nvidia in Cina rispetto agli Stati Uniti, nonostante le restrizioni statunitensi. Il report di Goldman Sachs offre uno spunto importante su come il settore tecnologico, in particolare l’IA, sta affrontando e modellando le supply chain globali. Una situazione che ha implicazioni significative per la gestione del procurement e le strategie di approvvigionamento.
I costi dei chip e gli effetti delle restrizioni
Nonostante le restrizioni imposte dagli Stati Uniti sull’esportazione dei chip Nvidia A100 e H100, i costi per i servizi cloud basati su questi chip risultano notevolmente più bassi in Cina rispetto agli Stati Uniti. In Cina, i fornitori di cloud più piccoli offrono server con chip Nvidia A100 a circa 6 dollari all’ora, mentre negli Stati Uniti il costo è di circa 10 dollari all’ora. Questo divario di prezzo suggerisce una grande disponibilità di chip Nvidia in Cina e la capacità di aggirare le misure statunitensi attraverso il contrabbando.
Questi prodotti sono facilmente reperibili in Cina tramite rivenditori e start-up locali e sono pubblicamente pubblicizzati sui social media e su siti di e-commerce cinesi, a prezzi leggermente superiori a quelli internazionali. Le grandi aziende cinesi come Alibaba e ByteDance offrono server con chip Nvidia a prezzi molto più alti, mentre i piccoli fornitori locali riescono a mantenere prezzi competitivi grazie ai costi domestici inferiori e alla possibilità di utilizzare chip contrabbandati.
L’analisi di Goldman Sachs e l’IA
La vicenda dei chip Nvidia in Cina e le dinamiche di prezzo inferiori rispetto agli Stati Uniti evidenziano non solo la complessità del mercato globale delle tecnologie avanzate, ma anche l’importanza crescente dell’IA e dei chip che servono ad alimentarle. Soprattutto in relazione all’IA generativa, Goldman Sachs sottolinea come questa rappresenti una forza trasformativa, con implicazioni significative anche per la supply chain. Il settore tecnologico continua a generare ritorni sostanziali e a plasmare nuovi modelli di business, influenzando profondamente le strategie di procurement e approvvigionamento. Questo collegamento tra le sfide del mercato dei chip, le opportunità offerte dall’IA e le previsioni di Goldman Sachs riflette una realtà in cui l’innovazione tecnologica e le strategie di gestione devono adattarsi continuamente per rimanere competitive ed efficienti.
Il report dell’importante banca americana relativo all’IA mette in luce che il settore tecnologico ha prodotto ritorni sostanziali e non è completamente paragonabile ad altre bolle tecnologiche del passato. Sebbene l’euforia iniziale possa portare a valutazioni eccessive, la vera crescita e profitto tendono a manifestarsi dopo che le aziende meno solide escono dal mercato. Le valutazioni attuali riflettono una crescita continua, con nuove opportunità emergenti nonostante l’alto capitale investito.
L’analisi di Goldman Sachs suggerisce che l’IA e altre tecnologie disruptive potrebbero seguire il ciclo boom-bust, con i futuri guadagni derivanti non solo dagli innovatori iniziali ma anche dalle aziende che utilizzano l’infrastruttura esistente per sviluppare nuovi modelli di business. Questa dinamica evidenzia l’importanza per le aziende di adattare le loro strategie di procurement e supply chain per gestire i cambiamenti rapidi e le sfide poste dalle tecnologie emergenti e dalle regolamentazioni.
Sfide e opportunità nel procurement moderno
Le sfide geopolitiche e normative e le pressioni per adottare le tecnologie digitali stanno accelerando l’evoluzione del procurement verso soluzioni più strategiche e digitalizzate. Adattarsi rapidamente a questi cambiamenti è cruciale per garantire la conformità, ridurre i costi e rimanere competitivi. Le aziende devono affrontare la gestione di una base di fornitori diversificata e l’integrazione tra sistemi di procurement e finanza, spesso con strumenti tradizionali che non sono più sufficienti per le esigenze moderne.
Il Financial Times sottolinea come gli Stati Uniti, l’Unione Europea e il Regno Unito abbiano recentemente firmato un trattato vincolante per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale che mira a garantire che le tecnologie IA rispettino i diritti umani e i valori democratici, richiedendo ai firmatari di essere responsabili per eventuali danni o discriminazioni causati dalle loro applicazioni. Anche se non prevede sanzioni dirette, il trattato rappresenta un passo significativo verso una regolamentazione globale più uniforme. L’accordo si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso l’IA e le sue implicazioni, come evidenziato dall’analisi di Goldman Sachs. Le tecnologie IA stanno cambiando profondamente la gestione della supply chain e il procurement, influenzando le pratiche aziendali e le strategie di approvvigionamento. La regolamentazione internazionale può aiutare a stabilire standard comuni e a mitigare i rischi associati, offrendo alle imprese una guida più chiara per navigare in un panorama normativo in evoluzione.