È stata pubblicata l’edizione 2023 dello Stanford AI Index Report, che traccia lo stato di avanzamento tecnico dell’intelligenza artificiale.
L’AI Index è un’iniziativa indipendente dello Stanford Institute for Human-Centered Artificial Intelligence (HAI), della Stanford University, è opera dell’AI Index Steering Committee, un gruppo interdisciplinare di esperti provenienti dal mondo accademico e industriale.
Il rapporto 2023
Il rapporto annuale, traccia, raccoglie, distilla e visualizza i dati relativi all’avanzamento dell’intelligenza artificiale, consentendo ai decisori di avere una visione completa e di intraprendere azioni significative per far progredire l’AI in modo responsabile ed etico. Contiene diversi approfondimenti sulle capacità tecniche e dati economici dei sistemi AI allo stato attuale.
L’aumento delle capacità tecniche dei sistemi di intelligenza artificiale ha portato a maggiori tassi di implementazione dell’AI in aziende, governi e altre organizzazioni. Ma la crescente integrazione dell’AI e dell’economia comporta sia entusiasmo che preoccupazioni.
L’intelligenza artificiale nell’economia
In uno specifico capitolo il report esamina le tendenze economiche relative all’intelligenza artificiale utilizzando i dati di Lightcast, LinkedIn, McKinsey, Deloitte e NetBase Quid, nonché della Federazione internazionale di robotica (IFR). Questo capitolo esamina i dati sulle occupazioni legate all’AI e poi passa alle analisi degli investimenti, all’adozione aziendale e alle installazioni di robot.
Quanto agli investimenti, la maggior parte delle aree di interesse ha visto un calo nell’ultimo anno. Tuttavia, alcune delle aree che hanno visto un aumento sono quella dei semiconduttori, l’automazione industriale, la sicurezza informatica e la protezione dei dati, i droni, il marketing e gli annunci digitali. La maggior parte delle aree di interesse ha registrato maggiori investimenti privati nel 2022 rispetto al 2017.
Implementazione in azienda
Negli ultimi cinque anni, il numero medio di funzionalità AI che le organizzazioni hanno incorporato è raddoppiato da 1,9 nel 2018 a 3,8 nel 2022. Il caso d’uso dell’IA più comune nel 2022 è stato l’ottimizzazione delle operazioni di servizio (24%), seguita dalla creazione di nuovi prodotti basati sull’intelligenza artificiale (20%), dalla segmentazione dei clienti (19%), dall’analisi del servizio clienti (19%) e dal nuovo miglioramento dei prodotti basato sull’intelligenza artificiale (19%).
Dal grafico sopra, riportato dall’AI Index Report, si evince come per la funzione di Supply-Chain Management ci sia una percentuale piuttosto bassa di adozione, ma sostanzialmente in linea con le tendenze di altre funzioni, eccezion fatta per quelle propriamente adibite alla gestione del rischio, alla Corporate finance e alle Operations.
In generale, il risultato principale dell’adozione dell’AI, come affermato nel report, è stato la riduzione dei costi (37%), seguita da una migliore collaborazione tra funzioni aziendali (34%) e dalla scoperta di informazioni preziose (34%). Elementi sicuramente utili anche per la funzione Acquisti.
Sfide, rischi e prospettive
Se le opportunità e i vantaggi sono piuttosto chiari e lodevoli, esistono anche barriere non indifferenti. Sono infatti tre principali sfide che i leader aziendali hanno identificato in termini di avvio di progetti relativi all’AI: la dimostrazione del valore aziendale, la mancanza di impegno esecutivo e la scelta delle giuste tecnologie. Tutte sfide che potrebbero rallentare l’adozione in azienda.
Quanto ai rischi, la sicurezza informatica è quello più rilevante quando si adotta la tecnologia AI; seguono la conformità normativa e la privacy individuale. I rischi meno salienti riguardano invece la sicurezza nazionale e la stabilità politica.
Per i professionisti della supply chain diventa quindi sempre più necessario prestare attenzione all’implementazione di questa nuova tecnologia, valutando opportunità e rischi. Da un lato, per poter essere sempre più all’altezza di un mondo che evolve proponendo all’azienda tecnologie che ne aumentino performance e compliance; dall’altro, per farsi trovare pronti rispetto alla possibilità di essere in balia della tecnologia, senza veramente comprenderne la portata e, anzi, subendone gli effetti.