Il 5 luglio la Commissione europea ha annunciato le sue proposte di norme per nuovi passi verso un maggiore utilizzo dell’economia circolare. La strategia dell’UE per il tessile sostenibile e circolare riguarda la produzione e il consumo di prodotti tessili. Una strategia per attuare gli impegni del Green Deal europeo, del piano d’azione per l’economia circolare e della strategia industriale europea.
La Commissione, il principale organo esecutivo dell’impalcatura istituzionale europea, ha proposto di introdurre regimi obbligatori e armonizzati di Responsabilità estesa del produttore (EPR) per i settori tessili in tutti gli Stati membri dell’UE come modifica alla Waste Framework Directive.
Le proposte normative
La strategia esamina l’intero ciclo di vita dei prodotti tessili e propone azioni coordinate per cambiare il modo in cui produciamo e consumiamo. L’UE vuole rendere i produttori responsabili dell’intero ciclo di vita dei prodotti per sostenere la gestione sostenibile dei rifiuti tessili in tutta l’UE. I sistemi EPR sono riusciti a migliorare la gestione dei rifiuti provenienti da diversi prodotti, come imballaggi, batterie e apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Secondo queste regole i produttori saranno obbligati a coprire i costi di gestione dei rifiuti tessili. La Commissione spera che ciò incentiverà le imprese di abbigliamento a ridurre gli sprechi e ad aumentare la circolarità dei prodotti, progettando prodotti migliori fin dall’inizio delle fasi produttive. L’importo che i produttori pagheranno al regime EPR sarà adeguato in base alle prestazioni ambientali, un principio noto come “ecomodulazione”.
Le norme renderanno inoltre più facile per gli Stati membri attuare l’obbligo di raccogliere i prodotti tessili separatamente, a partire dal 2025, in linea con la legislazione vigente. La proposta affronta anche la questione delle esportazioni illegali di rifiuti tessili verso paesi mal attrezzati per gestirli tendenzialmente nel Sud del mondo.
Prossime tappe e contesto dei provvedimenti
La proposta della Commissione relativa a una modifica mirata della direttiva quadro sui rifiuti sarà ora esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio nell’ambito della procedura legislativa ordinaria.
L’UE genera 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. L’abbigliamento e le calzature rappresentano da soli 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, equivalenti a 12 kg di rifiuti per persona ogni anno. Attualmente, solo il 22% dei rifiuti tessili post-consumo viene raccolto separatamente per il riutilizzo o il riciclo, mentre il resto viene spesso incenerito o smaltito in discarica.
La direttiva quadro sui rifiuti è il quadro giuridico dell’UE per la gestione dei rifiuti. Stabilisce le definizioni relative alla gestione, appunto, comprese le definizioni di rifiuti, riciclo e recupero, la gerarchia dei rifiuti e i concetti di base per una corretta gestione.
L’iniziativa odierna tiene fede all’impegno assunto dalla Commissione nella strategia dell’UE per i tessili sostenibili e circolari di proporre misure volte ad armonizzare le norme sulla responsabilità estesa del produttore per i tessili e a sviluppare incentivi economici per rendere i prodotti tessili più sostenibili e circolari.
I commenti dei leader europei
“[…] Il rapporto dispendioso che abbiamo sviluppato con il tessile inquina il nostro mondo. Utilizza quantità eccessive di acqua ed energia, danneggia la natura e genera emissioni di gas serra in tutto il mondo. Ecco perché chiederemo ai produttori di assumersi maggiori responsabilità per i rifiuti tessili creati. Le commissioni raccolte saranno utilizzate per promuovere i settori del riutilizzo e della riparazione, in modo da costruire un rapporto più sostenibile con i vestiti che indossiamo”, ha affermato Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo.
A fargli eco anche Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente e gli Oceani, secondo cui questa proposta legislativa è un passo significativo verso un settore tessile più sostenibile e circolare poiché “la responsabilità estesa del produttore in tutta l’UE creerà condizioni di parità nel mercato unico e garantirà l’applicazione del principio ‘chi inquina paga’”. Secondo Sinkevičius questa iniziativa promuoverà gli investimenti nelle infrastrutture di riutilizzo e riciclo dei prodotti tessili, creando al contempo innovazione e posti di lavoro locali in tutte le fasi del ciclo vita dei prodotti.
La proposta rappresenta un ulteriore passo per l’UE verso la sostenibilità e sottolinea la necessità che sempre più settori produttivi prendano atto dell’importanza dell’economia circolare. Solo cambiando logiche produttive sarà infatti possibile invertire la rotta e provare seriamente ad affrontare la crisi climatica.