Con mercati globali in rapida trasformazione, il procurement emerge come leva strategica per adattare le aziende. Nuovi attori in Asia Centrale, Indo-Pacifico e Medio Oriente delineano la necessità di strategie flessibili e di partnership robuste per cogliere efficacemente le opportunità emergenti.
Supply chain stabili
Il Gscpi è sceso a -0,85 ad aprile, in calo rispetto al -0,30 di marzo (rivisto al ribasso rispetto alla lettura iniziale di -0,27). Le letture Gscpi misurano le deviazioni standard dalla media storica dell’indice e in questo periodo rilevano una catena di approvvigionamento globale stabile. Una supply chain stabile è un contesto in cui il commercio è in grado di consegnare rispetto alla data di consegna richiesta dal cliente.
La stessa situazione è evidenziata anche dal Global Supply Chain Volatility index di Gep di maggio, che rivela che le catene di approvvigionamento globali stanno operando a una capacità quasi massima. Le fabbriche asiatiche stanno intensificando gli acquisti di input per soddisfare gli ordini crescenti, in coincidenza con gli sforzi diplomatici di Xi Jinping in Europa, per smantellare le barriere commerciali e stimolare gli investimenti diretti esteri. Inoltre, i produttori nordamericani stanno affrontando sfide nel soddisfare gli ordini a causa della carenza di personale e della scarsità di materiali critici e i costi di trasporto globali hanno registrato un leggero aumento a seguito dei recenti picchi dei prezzi del petrolio.
Indo-Pacifico, Asia Centrale e nuove aperture
“Crescita economica, posizionamento commerciale e competizione geopolitica tra grandi potenze elevano la regione [dell’Indo-Pacifico] ad anello imprescindibile del processo di ri-globalizzazione”, ha scritto Davide Tentori in un recente articolo per l’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi). Sempre più aziende stanno “allargando i propri orizzonti al di fuori della Cina” rispondendo a esigenze di costo ma anche di sicurezza economica. Nella riconfigurazione delle catene di approvvigionamento si moltiplicano gli accordi commerciali volto a rafforzare la presenza economica in aree sino ad ora poco esplorate.
Come sottolinea Bloomberg, mentre le esportazioni destinate agli Stati Uniti migrano verso l’Asia meridionale dalla Cina “il vantaggio geografico si sta inclinando verso la costa orientale [degli Stati Uniti], che vanta consegne più rapide attraverso il Canale di Suez e attraverso l’Atlantico da paesi come l’India e lo Sri Lanka”. Dall’inizio della guerra russo-ucraina, inoltre, le economie del Caucaso e dell’Asia centrale hanno mostrato una continua resilienza e una maggiore attività commerciale dovuta a rotte alternative. Nel 2022, Armenia, Georgia e Kirghizistan hanno visto aumentare fino al 60% la loro quota di scambi commerciali, esclusi petrolio e gas, con partner importanti come Cina, Unione Europea, Russia e Stati Uniti.
Le opportunità caucasiche
Jihad Azour del Fondo monetario internazionale sottolinea come la crescita del prodotto interno lordo nel Caucaso e in Asia centrale rimarrà robusta al 3,9% nel 2024 prima di raggiungere il 4,8% nel 2025. I volumi degli scambi tra Cina ed Europa attraverso l’Asia centrale sono più che quadruplicati e Azour sostiene che “nonostante questa rotta rappresenti una piccola parte del commercio complessivo tra Cina ed Europa, rappresenta una promessa significativa per lo sviluppo economico nel Caucaso e nell’Asia centrale e la sua integrazione nelle catene di approvvigionamento globali”.
L’Uzbekistan ha accresciuto la sua attrattiva per gli investitori stranieri; l’Arabia Saudita ha fatto crescere la sua economia non petrolifera e ha attratto imprese internazionali; e con la ferrovia Baku-Tbilisi-Kars l’Azerbaigian ha aumentato la capacità di carico tra Asia ed Europa. Anche per i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa sono presenti nuove opportunità in uno scenario internazionale multipolare.
Il mar Rosso e il Medio Oriente tra opportunità e sfide
Gli attacchi marittimi del Mar Rosso, che continuano, hanno interrotto il commercio marittimo e avuto un impatto sulle economie vicine – riducendo di oltre il 60% dei transiti dal Canale di Suez – ma anche aumentato il livello di incertezza. Un elemento che ha fatto emergere con ancora più forza l’importanza di investire nelle infrastrutture di trasporto e rotte innovative via mare e via terra (tra le altre cose, una delle principali ragioni del recente viaggio in Europa di Xi Jinping), costruendo al contempo, dal punto di vista delle imprese, un profilo commerciale più diversificato.
Il cambiamento dei modelli commerciali rappresenta un’opportunità unica per i paesi di ridefinire il proprio posto nel quadro economico globale. In un panorama economico globale in continua evoluzione, il ruolo del procurement emerge come un driver cruciale per garantire la stabilità e l’efficienza delle catene di approvvigionamento, consentendo alle aziende di adattarsi alle sfide geopolitiche, alle variazioni nei modelli commerciali e anche di sfruttare le opportunità emergenti in mercati che mutano e si aprono.