Quando l’ESG è leva della cost optimization

Riportiamo l’intervista di Luca Zaffaroni, Head of Procurement processes, back office & smart purchases in Generali Business Solutions, pubblicato sul magazine “The procurement – Cost saving & Margin growth” (Anno 7 n.3).

La ricerca di storie e case history che arricchiscano ogni numero della nostra rivista non è mai un’attività che prendiamo sotto gamba, soprattutto perché ci piace essere chiari e mantenere un taglio pragmatico. Ci piace ascoltare e tradurre concretamente in parole il vostro operato nell’ufficio procurement ogni giorno: vogliamo che le nostre pagine possano essere di ispirazione e carburante positivo per stimoli e idee, grazie alla lettura di come i vostri colleghi si ingegnano e si barcamenano in questo strano mondo degli acquisti. Quando ho deciso di proporre un’intervista a Luca Zaffaroni, ho fin da subito focalizzato la mia attenzione sulla prima delle voci che compongono il suo job title, head of cost optimization. Il motivo è semplice: si tratta del focus di questo numero. Eppure, nel corso della nostra chiacchierata, ho avuto modo di conoscere meglio il suo percorso professionale, denso di esperienze e costellato di ruoli in aziende di grande rilievo, nonostante la giovane età. Insomma, in estrema sintesi, abbiamo parlato sì di come ottimizzare i costi in azienda e di come si può fare saving, ma con una prospettiva attuale, calata nella realtà che viviamo, fatta di carenza di materie prime e di una filosofia green che si addentra nei processi delle aziende a ogni livello. E il risultato è tutto qui.

Under 40 e già all’attivo diversi ruoli di rilievo. Come è iniziato tutto?

Dopo il percorso universitario all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in management per l’impresa, è cominciata la mia prima esperienza lavorativa consistente in Accenture nella consulenza strategica in ambito finanziario e assicurativo. Successivamente, nel corso di diversi anni in Axa, ho potuto ampliare il mio raggio di competenze: nel finance per il controllo di gestione, nello strategy per Axa Gulf durante un’esperienza a Dubai, nel set up e creazione di una compagnia di servizi e infine negli ultimi due anni sono approdato al procurement dopo aver lavorato nell’offerta digitale P&C. Oggi, in Generali da più di quattro anni, gestisce l’area di cost optimization mentre per il procurement in Italia tutto ciò che è performance, smart purchases e le fase di “post acquisto”.

Il tuo job title abbraccia diverse competenze e sfere d’azione. Come si intrecciano tra loro?

La prima categoria del mio job title, head of cost optimization, si riferisce a una struttura che gestisce l’ottimizzazione dei costi per tutte le sette società di Generali legate alla Country Italia. Il nostro target è quello di ridurre i costi ed evitare gli sprechi così da supportare gli investimenti negli ambiti su cui la nostra strategia aziendale sta spingendo. Oltre alle attività di program management realizziamo specifiche iniziative da noi identificate insieme alle linee di business.
Nella sfera degli acquisti col team seguiamo la parte di processi e sistemi IT procurement con l’obiettivo di mantenere adeguati livelli di compliance alla normativa interna ed esterna, in questo ambito rientrano anche e  le attività di SRM (Supplier Relationship Management),
Infine il team “back office & smart purchases” gestisce gli acquisti di piccolo/medio importo  oltre a essere il collante tra il procurement e il finance: focus principale in questo caso è il rapporto con il fornitore dal momento in cui è erogato il servizio a quando viene effettuato il pagamento (issue sufatturazione, pagamenti pendenti, relazioni critiche con i fornitori,…).

 

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Dal generale, andiamo più a fondo e cerchiamo di capire come si può fare ottimizzazione anche in un momento storico come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da carenza di materie prime e instabilità

Il periodo che stiamo vivendo ha necessariamente un impatto sull’ottimizzazione dei costi, soprattutto su alcuni aspetti principali che meritano di essere monitorati e curati. In primis è fondamentale lavorare affinché la gestione dei fornitori consenta un taglio collaborativo,
in questo momento sono molti i fornitori in difficoltà che, al tempo stesso sono in grado di erogare ottimi servizi..
Per spiegare il secondo aspetto citerei Taiichi Ohno il padre della lean production “We are doomed to failure without a daily destruction of our various preconceptions”: ci insegna quanto sia fondamentale mettere in dubbio tutto ciò che “si è sempre fatto così”.

Il nostro lavoro di Cost Optimization parte proprio da questo elemento, dal momento che la nostra realtà è una entità complessa e articolata e permeata da elementi storici e tradizionali che convivono con quelli più moderni e innovativi: non dare nulla per scontato è la base su cui si costruisce tutto il nostro processo di ricerca e analisi per l’identificazione di una nuova iniziativa di ottimizzazione costi.

Un ulteriore elemento, imprescindibile, passa attraverso la contaminazione e la collaborazione con tutti gli attori in gioco (i.e. colleghi, fornitori, partner esterni…), per la costruzione di un dialogo inter-funzionale e cross area capace di alimentare, in ottica continuativa, la spinta al cambiamento e creare consapevolezza ed engagement in tutti coloro che ne prendono parte.

Infine, il dettaglio e l’accuratezza: spesso è “nel piccolo”, negli elementi apparentemente meno significativi, che si trovano le grandi opportunità e lo spingere sulla qualità di ciò che facciamo è lo strumento migliore per trovarle.

Cosa significa fare saving nel concreto oggi? 

A questa domanda è necessario rispondere considerando tre aspetti che si relazionano con il  concetto di saving. In primis sicuramente la riduzione del costo, ovvero l’azione su un costo accessorio per un’attività che si può effettuare in modo differente o l’eliminazione di un’attività/spesa non più necessaria, perseguendo i principi di “essenzialità” (fare esattamente quello che serve, nulla di più, per poterlo fare meglio e non disperdere energie in ridondanze) e della semplificazione.. Nelle nostre considerazioni il concetto di prezzo, inoltre, non è una variabile con un peso maggiore rispetto alla qualità, anzi, i due elementi vanno sempre insieme. Ultimo ma non meno importante è il mondo dell’ESG, che tracciamo nel nostro piano di cost optimization. Si tratta di un tema molto sentito in Generali e che fa parte del nostro DNA tanto da aver dato avvio ad alcune iniziative speciali nella gestione della logistica e printing, abbracciando una logica just in time. Questo cambiamento ha registrato un impatto economico positivo e ha permesso di ripensare a 360° tempistiche e modalità, in modo trasversale a tutte le linee di business. A beneficiarne, chiaramente, anche il nostro impatto ambientale.

Oltre alle iniziative sul saving, sei stato coinvolto in progetti sull’ottimizzazione dei costi, magari anche interfunzionali?

Il nostro piano di cost optimization prevede una struttura che responsabilizza ogni singola area sulle iniziative legate ai costi correlati. Il primo elemento di successo da parte nostra è il condividere dei macro obiettivi con le aree aziendali stesse che a loro volta dovranno raggiungere con un piano di iniziative. Un esempio concreto in questo senso è il supporto della struttura cost optimization al processo di zero based budget  realizzato con il finance (controllo di gestione ha un ruolo centrale nell’iniziativa di cost optimziation!). In cosa consiste? Sostanzialmente abbiamo deciso di affiancarci alle linee di business nella fase di budgeting, dimenticandoci del passato quando si “costruisce” il budget per l’anno successivo, riga per riga. Il nostro affiancamento ha portato a risultati significativi tanto da voler ampliare questo approccio anche su altre aree, proprio perché noi possiamo fornire uno sguardo diverso e un occhio più esterno che porta cambiamento.

Parliamo di procurement sostenibile: nella tua esperienza è correlato a un conseguente aumento generale dei costi?

Se devo dire la verità, se la guardo sotto il punto di vista della cost optimization fino ad oggi l’ESG è stata una leva per fare saving, perché – prendendo per esempio il progetto del just in time – quando si guardava una parte del processo o un costo, e lo si provava a ripensare, l’ottica ESG molte volte ha offerto un punto di vista differente. C’è da dire che c’è sempre una fase di brainstorming in cui si deve cercare di avere il pensiero laterale e trovare qualcosa di diverso in questo contesto. E quel “qualcosa di diverso” se non sei del mestiere specifico, richiede di trovare vie alternative o inventarle. L’ESG è una chiave di lettura interessante e lato cost optimization è una leva. Dalla mia esperienza, un fornitore attento ai fattori ESG è tendenzialmente un fornitore che si comporta in modo virtuoso sotto tutti i punti di vista (finanziario, reputazionale,..). Detto questo, chiaramente può capitare che l’attenzione alla sostenibilità possa portare a un costo unitario maggiore ma difficilmente in valore assoluto: il singolo acquisto può in alcuni casi valere di più ma si inserisce in un percorso virtuoso che permette di raggiungere un costo totale di struttura più basso.
Anche in questo caso è evidente come l’elemento comune e trasversale che ci accomuna tutti come unica Compagnia resta il nostro primo obiettivo: quello di essere sempre #partnerdivita.

 

Luca Zaffaroni

Dopo la Laurea in Management per l’impresa, da 14 anni lavoro nel business insurance.
Ho iniziato il mio percorso professionale nella consulenza strategica per le società del settore assicurativo per poi lavorare dall’interno di una delle top player internazionali.
Nel mio percorso ho ricoperto vari ruoli occupandomi di Program Management, Efficiency e Procurement ampliando il mio bagaglio professionale grazie anche a un’esperienza internazionale a Dubai.
Sono attualmente Head of cost optimization – Head of procurement processes, back office & smart purchases in Generali Business Solutions.