Secondo una ricerca condotta da Inverto, società di consulenza specializzata nella gestione delle catene di approvvigionamento e parte del Boston Consulting Group, le aziende del FTSE 100 ( l’ndice dei prezzi delle azioni delle 100 maggiori società quotate alla Borsa di Londra), hanno visto un aumento delle loro emissioni di CO2 provenienti dalla catena di fornitura di ben 62 milioni di tonnellate nell’ultimo anno, arrivando a un totale di 3,3 miliardi di tonnellate. Questo dato rappresenta un aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Nonostante molte aziende abbiano preso impegni per ridurre le proprie emissioni, inclusi gli Scope 3, il progresso rimane lento e disomogeneo.

Un fenomeno globale

L’aumento delle emissioni tra le aziende FTSE 100 non è un caso isolato, ma segue una tendenza globale. Una ricerca di BCG, intitolata “Boosting Your Bottom Line Through Decarbonisation”, ha rivelato che le emissioni Scope 3 sono in continuo aumento a livello mondiale.

Europa: progressi lenti e sfide peculiari

In Europa, il quadro appare ancora più preoccupante. Solo il 10% delle aziende europee è riuscito a ridurre le proprie emissioni in linea con gli obiettivi dichiarati, secondo quanto riportato da BCG. Questo dato mette in luce un problema sistemico: mentre molte aziende hanno implementato piani di transizione climatica, la realizzazione concreta di questi obiettivi rimane insufficiente.

Le difficoltà europee derivano da diversi fattori:

  • Dipendenza dalle catene globali: molte aziende europee dipendono fortemente da fornitori situati in paesi con regolamentazioni ambientali meno stringenti, il che rende difficile il controllo delle emissioni lungo tutta la catena di fornitura.
  • Settori ad alta intensità di carbonio: settori chiave come l’energia, i trasporti e l’industria manifatturiera rappresentano una quota significativa delle emissioni Scope 3 in Europa. Ad esempio, l’industria siderurgica europea genera circa il 5% delle emissioni globali di CO2, evidenziando la necessità di tecnologie innovative per la decarbonizzazione.
  • Mancanza di standardizzazione: le aziende europee devono spesso fare i conti con una molteplicità di normative ambientali, che variano da paese a paese, creando ostacoli burocratici e costi aggiuntivi per l’implementazione di misure di sostenibilità.

Kiren Pandya, Principal di Inverto, sottolinea quanto sia complessa la transizione verso il net zero, osservando: “Non ci sarà una strada facile per il net zero. Ci sarà bisogno di una revisione strategica approfondita delle catene di approvvigionamento, di una pianificazione attenta e di molto impegno.” Questa complessità è particolarmente evidente in Europa, dove le economie altamente sviluppate affrontano aspettative ambiziose ma devono anche gestire le conseguenze delle loro economie storicamente industrializzate.

Segnali positivi e progressi nel lungo periodo

Nonostante l’aumento generale delle emissioni, ci sono segnali positivi. Negli ultimi dodici mesi, il numero di aziende FTSE 100 che hanno riportato progressi verso il net zero è salito da 53 a 68, mentre quelle con strategie formali di riduzione delle emissioni sono aumentate da 50 a 78. Questo aumento indica che una proporzione crescente delle maggiori aziende del Regno Unito sta diventando più trasparente riguardo alle proprie emissioni di carbonio e a cosa intendono fare per ridurle in futuro.

La ricerca di BCG ha anche rivelato che le aziende con piani formali di transizione climatica hanno più di tre volte la probabilità di ridurre le proprie emissioni. Le aziende che emettono di più nel FTSE 100, principalmente quelle dei settori petrolifero, del gas, minerario e dell’ingegneria, rappresentano il 92% delle emissioni totali Scope 3. Questo dato evidenzia l’importanza di concentrare gli sforzi in questi settori ad alta intensità di carbonio.

Come ridurre le emissioni: strategie efficaci

INVERTO consiglia alle aziende di concentrarsi inizialmente su misure semplici e realizzabili. Ridurre le inefficienze nella catena di approvvigionamento, reperire i materiali a livello locale e decarbonizzare la logistica e il trasporto possono portare a significativi abbattimenti delle emissioni nel medio periodo. Pandya spiega: “Gran parte delle riduzioni delle emissioni della catena di approvvigionamento sono relativamente facili da realizzare nel medio termine. Le aziende dovrebbero concentrarsi sui ‘frutti più facili’ nelle loro emissioni Scope 3.”

Inoltre, le tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale offrono ottime possibilità per ottimizzare la riduzione delle emissioni. La ricerca di BCG ha mostrato che le aziende che utilizzano l’IA per ottimizzare la riduzione delle emissioni hanno una probabilità 4,5 volte maggiore di ottenere significativi benefici in termini di decarbonizzazione.

 

La strada verso il net zero

La transizione verso il net zero è una sfida complessa per le grandi aziende, sia nel FTSE 100 che in Europa. L’aumento delle emissioni di CO2 nella supply chain riflette le difficoltà di settori ad alta intensità di carbonio e la frammentazione normativa europea. Tuttavia, segnali di trasparenza crescente e strategie concrete indicano che, con impegno e pianificazione, è possibile ridurre l’impronta di carbonio e avanzare verso obiettivi sostenibili.