Una cosa è certa: il mondo non è ancora in grado di mantenere la promessa di riduzione dei gas serra varata con gli Accordi di Parigi nel 2015. A parlarne è un articolo di McKinsey che indaga come una buona ottimizzazione delle operation possa migliorare la sostenibilità e al tempo stesso portare a un vantaggio finanziario.
Le attività industriali sono le principali responsabili delle emissioni globali di carbonio e generano gas serra direttamente nelle loro fabbriche e indirettamente attraverso il consumo di elettricità e combustibili fossili necessari per il trasporto di prodotti e materiali. Non mancano però realtà che riconoscono l’imperativo di ridurre l’impatto negativo delle proprie attività sull’ambiente. Sostenibilità e vantaggi finanziari sembrano essere su due poli opposti, soprattutto in questo momento in cui molte organizzazioni stanno riesaminando i propri costi, portafogli di prodotti e piani. Gli investimenti su larga scala in energie rinnovabili, tecnologie di produzione avanzate o materiali alternativi secondo molti dovrebbbero aspettare. Eppure, se le aziende ottimizzassero le operation – per aumentare la produttività, migliorare la qualità o ridurre i costi – si trarrebbero dei vantaggi in termini ambientali non da sottovalutare. Se produzione e supply chain sono efficienti, i costi e l’energia si riducono, i rifiuti si dimezzano e le risorse non si sprecano. Molte aziende oggi hanno abbracciato questo nuovo modello operativo.
3 esempi di ottimizzazione delle operation
Beni di consumo: ottimizzazione degli imballaggi lungo la catena di approvvigionamento
La consapevolezza dei clienti sulla dispersione di rifiuti di imballaggio, in particolare dai rifiuti di plastica, nell’ambiente è aumentata in modo significativo negli ultimi 12-24 mesi. In uno dei principali player di fast food, la sola produzione, distribuzione e vendita al dettaglio di panini ha creato oltre 900 tonnellate di rifiuti non alimentari ogni anno. Mentre alcuni di questi rifiuti sono stati generati al punto di consumo, gran parte di essi è stata prodotta a monte, poiché i panini sono stati collocati in più tipi di imballaggi mentre attraversavano la supply chain.
In risposta a questo problema, l’azienda ha ridisegnato il proprio packaging, sviluppando un’unica soluzione sostenibile in grado di proteggere il prodotto attraverso la filiera end-to-end. La modifica ha ridotto in modo significativo i costi complessivi dell’imballaggio ed ha eliminato 160 tonnellate di rifiuti ogni anno.
Logistica: riduzione dei costi di spedizione e delle emissioni di gas serra
Il settore dei trasporti è la più grande fonte di emissioni di gas serra al mondo. L’ottimizzazione della logistica aiuta le aziende a ridurre i costi e le emissioni utilizzando meno camion, navi e aeromobili per spostare i prodotti e pianificare le supply chain in modo che si coprano meno miglia. Una società ha utilizzato la tecnologia telematica per monitorare il movimento della sua grande flotta di veicoli stradali, applicando analisi avanzate a tali dati per ottimizzare i percorsi e l’utilizzo dei veicoli. Il progetto ha portato a una riduzione annuale delle miglia stradali di circa il 20 percento, riducendo le emissioni di carbonio di 1.300 tonnellate.
Procurement: acquistare con una minore impronta di carbonio
Pratiche di acquisto sofisticate possono aiutare le aziende a controllare i costi esterni e ridurre al minimo il loro impatto sull’ambiente. Un costruttore di strade normalmente acquistava l’asfalto basandosi solo sul prezzo per tonnellata – senza tenere in considerazione che il prodotto veniva trasportato su lunghe distanze dal produttore al punto di utilizzo. Quando la società ha adottato un approccio basato sul costo totale di proprietà per l’approvvigionamento, inclusi i costi logistici nei suoi calcoli, ha scoperto che i produttori locali erano migliori. Questo cambiamento ha ridotto le spedizioni e le emissioni di carbonio associate del 40%.