The Procurement è tornata a parlare di supply chain finance, un tema trasversale rispetto a due diverse funzioni aziendali, e lo ha fatto con il congresso Procurement & Finance, che si è svolto giovedì 18 aprile presso la sede milanese di PwC.

La mattinata di lavori è iniziata con il saluto di benvenuto di Maria Teresa Bongiovanni, Ceo di The Procurement, e di Lorenzo Brunello, Digital procurement director di PwC e chairman dell’evento.

Il primo intervento ha visto la presentazione, da parte di Roberto Guglielmi, director di PwC, del Supply chain finance barometer 2018/2019. In seguito, Diego Tavecchia, Responsabile commissioni tecniche e relazioni internazionali di Assifact, ha approfondito le ultime evoluzioni in ambito Scf, in particolare del factoring, e gli sviluppi attesi per il futuro. In Italia, ha spiegato, i flussi transati dal factoring ammontano a 250 miliardi di euro, e la soluzione più diffusa sul mercato è il reverse factoring, i cui clienti sono in larga parte Pmi. Con l’aumento dei supporti tecnologici, si possono immaginare delle proposte di sviluppo futuro: per esempio, fatturazione elettronica, blockchain e piattaforme digitali potrebbero essere la base per la creazione di un registro digitale delle fatture cedute.

In seguito, Alberto Panariello, Head of card sales & partnership di Nexi, ha presentato le soluzioni a supporto del Scf tramite carte virtuali che, tramite un percorso di change management, permettono una dilazione dei tempi di pagamento, sulla base di un accordo tra fornitore e cliente.

Andrea Cortellazzo, dottore commercialista promotore di Menocarta.net, si è invece concentrato sulla fatturazione elettronica, con una particolare attenzione al tema della compliance. Parlando di certificazione del credito commerciale, ha ribadito come la nascita del credito si situi prima dell’emissione della fattura, con la consegna della merce.

È intervenuto in seguito il senior analyst Enrico Camerinelli, il quale ha approfondito la relazione tra processi di supply chain e flussi finanziari. Per connetterli, ha spiegato, non è necessario aspettare la fattura. «Se ho un buon rapporto con un fornitore, posso attivare soluzioni di Scf fin dall’invio dell’ordine di acquisto», ha affermato.

Paolo Buiat, Senior manager Financial services di Dell Technologies, ha illustrato una direzione di cambiamento in atto dei modelli di acquisto. La tendenza, ha affermato, è quella di passare da modelli capex a modelli a consumo, flessibili, che possono essere una soluzione vincente per Cpo e Cfo. Le due funzioni, ha spiegato, sono infatti accomunate da una serie di criticità, come budget IT limitati, strategie capex to opex, rischio dell’innovazione tecnologica e limiti della capacità finanziaria.

In seguito è intervenuta Tiziana Marongiu, Business development officer di Credimi.com, presentando le soluzioni di supply chain finance dell’azienda, ben esemplificate dall’esperienza fatta con il cliente Fabbrica Italiana Sintetici. Il progetto di reverse factoring realizzato insieme aveva lo scopo di fidelizzare la filiera e dare uno strumento alle aziende che la compongono, per la maggior parte Pmi. Il risultato è stato un miglioramento del capitale circolante sia per i fornitori che per il partner di filiera, il quale ha potuto rinegoziare i tempi di pagamento a fronte dell’anticipo.

Il congresso è proseguito con una tavola rotonda che ha messo a confronto le esperienze di Stefano Romagnoli, Head of finance & control di Nestlé Professional, Stefania Montanari, Supply chain finance manager di Jimmy Choo, Giovanni Grasso, Direttore amministrazione finanza controllo e sistemi di gruppo di Coop Lombardia e Presidente di Brico io, ed Emanuele Filippi, Responsabile amministrativo del gruppo Avm – Azienda veneziana mobilità.

Intervenuto per primo, Romagnoli ha raccontato la sfida di far rinascere una funzione destinata alla chiusura, iniziata con una rivisitazione del portafoglio prodotti e culminata in una riduzione dei costi di struttura.

Ha preso successivamente la parola Stefania Montanari, che ha raccontato della propria esperienza in Jimmy Choo, dove si applicano molte soluzioni di supply chain finance. «I nostri fornitori sono Pmi italiane, a volte molto piccole, che noi vogliamo aiutare, anche perché chiediamo in cambio grande agilità e velocità», ha dichiarato, auspicando al contempo una maggior collaborazione tra Cpo e Cfo, allo scopo di aiutare l’azienda ad applicare strategie di allocazione del budget più interessanti.

Grasso ha riportato un progetto di ottimizzazione dei costi lanciato tre anni fa. «Abbiamo lanciato un programma che ha portato l’8% di risparmio nei costi e ha ridotto lo stock», ha affermato.

Filippi, invece, ha raccontato l’esperienza di rafforzamento del controllo di gestione realizzata insieme a Menocarta.net. «Sfruttando le opportunità offerte dallo scambio di informazioni della fattura elettronica, già dal primo gennaio 2017 ne abbiamo proposto una versione volontaria a una selezione di fornitori, via via allargatasi», ha spiegato. Lo scambio di dati certificato, infatti, garantisce una fattura corretta che si registra da sola, perché i controlli sono stati fatti in precedenza. «Il progetto è stato fatto dal finance, a valle dell’emissione dell’ordine di acquisto. Ora bisogna fare la seconda parte e coinvolgere il procurement», ha affermato Filippi.

La mattinata di interventi si è chiusa con un momento dedicato al lunch e alla possibilità, per i partecipanti, di scambiarsi punti di vista e di fare networking.

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