In un contesto di incertezza in parte determinato da dinamiche geopolitiche globali, riproponiamo la recensione al saggio “Geopolitica. Capire il mondo in guerra” di Greta Cristini uscito sul terzo numero del TP magazine del 2023.

Per anni i termini più diffusi in Europa sono stati quelli legati all’economia: debito, bilancio, inflazione, tassi d’interesse, spread, bond, rating, e così via. A questi si sono poi sostituiti, durante la pandemia, quelli più afferenti alla medicina e ai suoi rimedi: virus, mascherine, tamponi, vaccini, lockdown. Il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina e il mondo è cambiato di nuovo e con esso sono cambiate anche le parole chiave e i contorni del dibattito pubblico. La guerra è diventata il tema dominante, portando con sé anche i propri concetti fondamentali – e pressoché dimenticati sino ad allora, almeno a queste latitudini. Così è diventato frequente sentire parlare di invaso e invasore, offensiva e controffensiva, aiuti militari, armi letali e non letali, assedio, sabotaggio, minaccia nucleare.

Dalla necessità di dare un senso a questo “nuovo” mondo, che richiama un passato più bellicoso, nasce il lavoro di Greta Cristini, laureata alla Sorbona e avvocata esperta di corruzione diventata analista geopolitica e reporter di guerra con Limes. Nel libro “Geopolitica. Capire il mondo in guerra”, Cristini unisce il lavoro dell’analista a quello sul campo, per restituire il senso di quanto sta accadendo in Ucraina e offrire una bussola per orientarsi all’interno di una comunità internazionale in via di frammentazione. “Sono entrata in Ucraina per indagare a fondo le ragioni di questo conflitto e comprendere come la guerra può cambiare un popolo e la storia di questo continente”, scrive Cristini nella sua Lettera dal fronte, che apre il libro con un affresco dei territori in cui il conflitto ha luogo.

Un’apertura insolita per un saggio di analisi, con un lavoro sul campo che per ragioni comprensibili è stato svolto da un lato della barricata. Un’esperienza che nasce dalla necessità di toccare la Storia con mano, guardare negli occhi le persone, ascoltarle, conoscerle e visitare le vite e i luoghi oggetto del contendere. Sicuramente il capitolo più emozionale del libro, che racconta di paure e di violenze con piglio giornalistico per introdurre all’analisi lucida e più fredda di cos’è la geopolitica e di quali sono i fattori che sottendono al fenomeno della guerra. Un approccio per individuare, scrive Cristini, “le ragioni dei comportamenti tra aggregati umani”, senza “giustificarli o condannarli”, unendo diversi saperi come l’antropologia, la geografia, la psicologia e la storia.

L’analisi vera e propria inizia restituendo ragioni e metodologia di una branca afferente lo studio delle relazioni internazionali, la geopolitica appunto, con la volontà di indagare e chiarificare diverse dimensioni del conflitto tra Russia e Ucraina, che qui fa da caso studio. Viene rimarcata la necessità di entrare nella testa di entrambi i contendenti, e in questo caso del “nemico” che è la Russia di Putin. Ma anche quella di leggere le relazioni internazionali e i rapporti di forza a livello regionale e globale, a cui Cristini dedica un capitolo esplicativo delle zone di faglia tra Africa, Medio Oriente, Cina, Taiwan, India, e Sud globale, analizzando al contempo le posizioni diverse delle potenze europee rispetto al conflitto in Russia e Ucraina e all’allineamento con gli Stati Uniti. I loro rapporti economici, le reciproche interdipendenze.

La seconda parte del saggio analizza quindi il fenomeno della guerra in senso stretto, andando a esplorare il ruolo dell’intelligence, di come e perché le nazioni si armano, dell’arma economica delle sanzioni e dell’effetto del contesto bellico sulla popolazione. Sino ad arrivare all’anatomia della guerra del futuro, tra droni, cyberwarfare e intelligenza artificiale, per poi concludere con un cenno alla famigerata bomba atomica e al suo possibile utilizzo per mettere fine a un contenzioso (o, più probabilmente, per innescare un’escalation). Interessante, divulgativo, scorrevole e di facile lettura. “Geopolitica. Capire il mondo in guerra” di Greta Cristini è una guida all’altezza del compito che si pone, ovvero diffondere il più possibile concetti a volte ermetici e di difficile interpretazione. Dopo la lettura di questo libro si sarà sicuramente più informati dei giochi di potere che muovono gli Stati nazione e più curiosi di identificare i loro interessi e le molteplici forze che si muovono al loro interno.

Se finora l’economia è stata la forza determinista per eccellenza che pensavamo avrebbe guidato l’agire collettivo, la guerra ci ha posto di fronte alla necessità di ripensare questo assunto e ritornare a parlare di politica. Una politica che in questo contesto, ribaltando il famoso adagio clausewitziano, non è altro che “la guerra con altri mezzi”. Oggi a chi si ritrova a muoversi in contesti internazionali, con catene di approvvigionamento dalla lunghezza globale, è richiesto di saper interpretare quanto accade nel mondo da un punto di vista politico. L’analisi geopolitica sicuramente offre una delle chiavi più comprensive e interessanti da questo punto di vista, andando a scandagliare interessi materiali, storia, geografia, psicologia, tradizione culturale e potenza militare. Uno strumento utile quando non utilizzato come una buzzword per spiegare tutti i fenomeni che accadono, ma per capire e agire con consapevolezza. Il merito del libro di Greta Cristini è anche quello di mettere in guardia da questa possibile deriva quando si parla di adottare la lente del “geopolitico”.