Un tema caldo, oggi più che mai, è il rischio, soprattutto alla luce degli sconvolgimenti degli ultimi mesi. Per questo motivo sempre più aziende si stanno concentrando su come mitigare i rischi di fornitura, qualche consiglio? Noi abbiamo preso spunto da una guida in tre step firmata Zycus. Vediamo i punti salienti.

Lo status della supply chain all’arrivo del covid

Quando gli effetti della pandemia hanno iniziato a crescere, le organizzazioni hanno scoperto che i loro piani di continuità aziendale non erano abbastanza per contrastare la sua forza. La dipendenza eccessiva da un fornitore o da un piccolo gruppo di fornitori di un’area precisa si è dimostrato un punto debole che necessitava un ripensamento. Le supply chain in questa fase non se la sono vista bene e solo con il tempo sono riuscite a riprendersi, anche grazie all’ingresso sempre più massiccio di tecnologie digitali. Tutto questo però ha consentito che sorgesse una nuova minaccia per le aziende: phishing, frodi, data leak e attacchi informatici. Mitigazione del rischio e minacce informatiche si sono dunque profilate come le principali sfide per la supply chain.

Quando la pandemia ha colpito, il primo pensiero delle aziende è stato quello di valutare se i loro fornitori chiave fossero minacciati, senza concentrarsi oltre il primo step. Infatti non si è analizzata l’intera catena di fornitura nella sua complessità.

Se il fornitore primario viene colpito, la sfida successiva è quella di ricercare un nuovo supplier o un pool che possa colmare questo divario. E anche nel caso in cui si trovasse una soluzione momentanea, come potranno raggiungerne una a lungo termine e tenere conto di interruzioni di questa portata anche in futuro? A rispondere a questa domanda ci ha pensato Zycus.

3 step per mitigare i rischi di fornitura

Valutazione: secondo un sondaggio di Gartner, l’89% delle aziende ha subito un evento di rischio del fornitore negli ultimi 5 anni, ma la loro consapevolezza e i piani per mitigarlo mancavano di maturità. Cosa si deve fare?

  • Avere una visione olistica a 360°  che tenga conto di tutte le tipologie di rischio: da quelli operativi a quelli finanziari e legali.
  • Tenere in considerazione non solo il fornitore principale ma anche la catena di fornitura del fornitore
  • Monitorare le prestazioni dei fornitori attraverso punteggi di valutazione del rischio (benchmark e scorecard dei KPI)

Gestione: dopo aver impostato i KPI, le aziende possono controllare con periodicità i punteggi delle prestazioni dei fornitori e segmentarli in base ai punteggi di rischio. Così facendo è possibile avere una panoramica di chi potrà essere colpito da un possibile fattore di rischio e verificare lo stato della sua supply chain.

Ai fornitori i cui punteggi di rischio e rendimento scendono al di sotto della soglia minima può essere chiesto di intraprendere programmi SCAR (Supplier Corrective Action Request).

Monitoraggio: controllare i parametri in tempo reale attraverso avvisi automatici, tendenze e sondaggi.

Tutti i passaggi di questa guida per mitigare i rischi di fornitura sembrano di facile esecuzione ma solo se si possiedono gli strumenti digitali. Non è possibile controllare manualmente le prestazioni dei fornitori, cercare notizie dal mondo e ricavare informazioni utili per cogliere l’impatto sulla supply chain. Le organizzazioni si devono aprire all’introduzione di intelligenza artificiale, per esempio. Secondo Gartner infatti, chi ricorre a tecnologie di mitigazione del rischio hanno il doppio delle possibilità di performare bene.

Avere una visibilità limitata o assente oltre il fornitore principale e affidarsi a sistemi manuali per identificare eventuali rischi potenziali si è rivelato dannoso. Pertanto, le prossime mosse delle aziende saranno:

  • un approccio olistico alla mitigazione del rischio dei fornitori
  • l’utilizzo di AI avanzata
  • un pool di fornitori nuovo.