In tutto il mondo, piccole e grandi imprese si stanno impegnando per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di carbonio per frenare i cambiamenti climatici e cercare di preservare la salute del nostro pianeta.
Alla fine della COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, tenutasi a Glasgow lo scorso anno, 137 Paesi e più di un terzo delle 2.000 più grandi aziende globali si sono impegnate a raggiungere obiettivi di emissioni zero-netti.
Facciamo chiarezza
Secondo le linee guida, le emissioni possono essere misurate in Scope, un sistema di classificazione utilizzato per quantificare le emissioni di gas serra aziendali. Ecco cosa significano:
Scope 1 – emissioni direttamente provenienti da fonti aziendali possedute e controllate (come impianti di produzione e veicoli di trasporto).
Scope 2 – emissioni degli impianti che forniscono energia acquistata e consumata dall’azienda.
Scope 3 – emissioni che hanno origine al di fuori dell’azienda, ad esempio da altre società nella catena di approvvigionamento o dagli utenti finali.
Molte aziende monitorano e gestiscono le proprie emissioni negli ambiti 1 e 2. Tuttavia, è necessaria una visibilità maggiore per gestire l’ambito 3 attraverso più livelli della catena di approvvigionamento per calcolare e allocare correttamente le emissioni di gas serra.
Le attività di Scope 3 rappresentano fino all’80% dell’impronta di carbonio complessiva. Questo ambito è il più difficile da identificare e monitorare, poiché comprende un’ampia gamma di prodotti e servizi, ad esempio:
- Beni e servizi acquistati
- Beni capitali
- Attività correlate a energia e combustibile
- Viaggi di lavoro
- Uso di prodotti venduti
- Investimenti
Ma cosa implica tutto questo per l’approvvigionamento?
I responsabili della catena di approvvigionamento dovranno effettuare un’analisi approfondita dei dati per promuovere il miglioramento delle dinamiche interne all’azienda, ma allo stesso tempo anche quelle di terze parti.
In particolare, saranno le emissioni Scope 3, ossia quelle originate al di fuori di un’impresa, ad essere al centro delle preoccupazioni delle catene di approvvigionamento.
I suggerimenti degli esperti
In un articolo apparso su Procurious, per migliorare gli impegni zero netti di un’organizzazione, gli esperti consigliano di seguire alcuni passaggi:
- Concentrati su un’area identificando quali beni hanno l’impatto ambientale più significativo.
- Prendi in considerazione il coinvolgimento de fornitori con obiettivi condivisibili dalla tua azienda. Aggiungi domande di sostenibilità alle tue Rfi e Rfp per selezionare supplier orientati alla sostenibilità.
- Collabora con altri acquirenti per allineare l’azienda a determinati standard per promuovere obiettivi sostenibili richiedendo criteri climatici comuni.
- Sviluppa una visibilità end-to-end, creando una trasparenza di alto livello, mappando la spesa per le emissioni di carbonio.
- Infine, sviluppa una dashboard per monitorare continuamente lo stato delle tue misure e registrare i progressi.
Il ruolo centrale del procurement
Il team di approvvigionamento deve sviluppare le competenze e le conoscenze per collaborare con le funzioni interne, identificando le opportunità per riprogettare prodotti e processi di acquisto e assicurare il rispetto degli impegni ambientali.
Mentre la campagna per ridurre le emissioni di carbonio continua a crescere, i responsabili dell’approvvigionamento sono in una posizione unica per aiutare a guidare le decisioni aziendali per garantire il successo degli obiettivi di sostenibilità. Questo è il motivo per cui il ruolo del Procurement ha acquisito negli ultimi anni una centralità così strategica: con le sue operazioni può e deve contribuire al trionfo della sfida net zero per la salvaguardia del pianeta.