La nuova legislazione potrebbe causare instabilità nei prezzi del carburante e aumento dei costi delle spedizioni
Il settore del trasporto marittimo quest’anno avrà grosse difficoltà di fronte alle norme di riduzione delle emissioni di ossidi di zolfo, secondo il report di A.T. Kearney Global Business Policy Council Year Ahead Predictions for 2019. Ne parla Andrew Allen su Supply Management. L’indagine ha trovato un basso livello di preparazione al cambiamento, che entrerà in vigore il primo gennaio 2020: a partire da questa data, l’International Maritime Organization (Imo) rafforzerà il divieto sulle navi che utilizzano carburante con un contenuto di zolfo pari o maggiore dello 0,5%.
L’Imo ha l’obiettivo di ridurre entro il 2050 le emissioni di gas serra del settore marittimo del 50% rispetto ai livelli del 2008. La nuova legislazione non riguarderà il limite per le emissioni di zolfo più restrittivo (0,1%) in vigore nelle aree a emissioni controllate in Nord America, nel mar dei Caraibi, nel mar Baltico e nel mare del Nord.
«Stando al basso livello di preparazione al rispetto di queste regole, nel 2019 il settore globale delle spedizioni marittime subirà una transizione disordinata e distruttiva verso il nuovo scenario», ha dichiarato A.T. Kearney. Con l’avvicinarsi della scadenza del 2020, i prezzi di una gran varietà di carburante, inclusi il gasolio per uso marittimo ad alto e basso contenuto di zolfo, il combustibile diesel e i carboturbi, saranno più volatili.
Alcune delle maggiori navi petroliere potrebbero subire un aumento del 25% nei costi di spedizione, con conseguente rincaro nel prezzo del carburante ai consumatori.
Gli operatori marittimi hanno diverse opzioni a disposizione, secondo la US Energy Information Administration. La prima è quella di passare a combustibili con minor quantità di ossidi di zolfo, costi e disponibilità dei quali sono incerti. Un’altra opzione è quella di installare sulle navi macchinari per ridurre le emissioni, continuando a usare combustibili ad alto contenuto di zolfo. Si tratta però di apparecchi molto costosi e perciò scarsamente utilizzati. Le navi possono anche scegliere di passare a combustibili alternativi a quelli a base di petrolio, come il gas naturale liquefatto (Gnl).