I risultati di una survey condotta dall’associazione Mhi insieme a Deloitte
L’associazione internazionale del settore logistica e supply chain Mhi ha realizzato, insieme a Deloitte, la sesta edizione dei suoi Annual Industry Reports. Quest’anno l’indagine, condotta su un campione di più di mille professionisti nei settori manufacturing e supply chain, è intitolata Elevating Supply Chain Digital Consciousness e vuole indagare l’impatto delle tecnologie sulle supply chain e sulle persone che vi lavorano.
Otto intervistati su dieci credono che le supply chain digitali saranno il modello dominante entro soli cinque anni. I risultati della survey indicano anche che gli investimenti in innovazione nell’ambito supply chain si trovano in un momento di cambiamento critico, con un trend di investimenti in declino dal 2015 al 2019 che sta venendo più che ribaltato da un aumento del 95% nelle previsioni di spesa per il 2019.
Il 57% degli intervistati sta pianificando nuovi investimenti in tecnologia per un totale di più di un milione di dollari nei prossimi due anni (il 10% in più rispetto all’indagine dello scorso anno). Il 34% pianifica di spendere più di 5 milioni di dollari, mentre il 22% ha in programma una spesa superiore ai 10 milioni.
I professionisti del settore manifatturiero e della supply chain si trovano ad affrontare numerose sfide, ma per il 65% degli intervistati quella principale rimane il reclutamento di lavoratori qualificati. Il report di quest’anno fornisce un approfondimento sull’impatto di alcune tecnologie nel settore, oltre al loro grado di adozione e ai possibili ostacoli. Le tecnologie prese in esame dal report sono:
- Blockchain
- Robotica e automazione
- Analytics predittivi
- Internet of Things
- Intelligenza Artificiale
- Veicoli a guida autonoma e droni
- Tecnologia wearable e mobile
- Ottimizzazione delle scorte e della rete
- Sensori e identificazione automatica
- Cloud computing e storage
- Stampa 3D.
Secondo il Mhi, queste undici tecnologie sono la base per la creazione di una supply chain di prossima generazione, che sia digitale, on demand e sempre in attività. Secondo i partecipanti alla survey, le tecnologie più disruptive o fonti di vantaggio competitivo sono: robotica e automazione (64%) analytics predittivi (59%), intelligenza artificiale (55%), IoT (52%) e veicoli a guida autonoma e droni (51%).
Le principali barriere all’adozione di queste tecnologie sono risultate essere: la difficoltà nel contrastare il gap nelle competenze in ambito supply chain e la mancanza di forza lavoro (65%), la domanda di prezzi più bassi (56%) e di tempi di risposta più brevi (54%) da parte dei clienti.
L’implementazione di queste tecnologie richiede, infatti, che i lavoratori delle supply chain siano sempre più specializzati e abbiamo sempre più competenze digitali. Nel corso dei sei report annuali finora realizzati, dichiara il Mhi, questo è sempre stato un tema critico, con il talent gap in aumento man mano che queste tecnologie si diffondono.
Secondo la survey, le competenze fondamentali per competere nelle supply chain di prossima generazione, in accordo con i risultati degli anni passati, sono: analytics/modeling/visualization (40%), problem solving (37%) e senso generale del business e conoscenze trasversali (31%).
Secondo il report, se è chiaro che i dati e la tecnologia rinforzeranno le supply chain in futuro, non sarà però una singola tecnologia a fare la differenza, bensì una combinazione delle 11 prese in esame nella survey. Il report definisce anche una piramide dell’adozione digitale, composta da quattro stadi di tecnologia: si parte dalla raccolta dei dati attraverso la connessione digitale e si sale nella piramide verso una maggior generazione di valore con l’automazione, gli advanced analytics e, infine, l’intelligenza artificiale.