Posted On 8 Luglio 2022 By In Supply Chain With 343 Views

Portata e rischi dei principali snodi nella supply chain globale

Il commercio globale passa per pochi punti principali, attraverso cui transitano la maggior quantità di merci ogni giorno. Il blocco di alcuni di questi snodi, artificiali o naturali che siano, ha dimostrato di essere un problema enorme a livello globale.

Progetti artificiali come il canale di Suez e il canale di Panama riducono sono fondamentali per ridurre i costi e i tempi di trasporto delle merci. Circa il 12% del commercio globale passa per il canale di Suez (con 20mila navi mercantili l’anno) e il 5% per il canale di Panama. Ma come tutti i canali possono essere soggetti a strozzature e lo sono stati già in passato.

Altrettanto importanti sono i canali e gli stretti naturali, come lo stretto di Hormuz, un collegamento fondamentale per lo scambio di energia che unisce i mercati del Golfo Persico all’Oceano Indiano. Ugualmente rilevanti sono quegli snodi definibili come choke points, ovvero punti di passaggio obbligato, come lo stretto di Malacca, il Bosforo, lo stretto di Bering e altri.

  • Lo stretto di Hormuz e Bab el-Mandeb

Circa il 60% del commercio mondiale di petrolio avviene via mare e il 20% attraversa lo stretto di Hormuz, in cui il flusso giornaliero è stimato in 21 milioni di barili, pari al 21% del consumo mondiale di prodotti petroliferi. Un’arteria vitale per l’esportazione di idrocarburi da cinque dei maggiori produttori mondiali (Arabia Saudita, Iran, Iraq, Emirati Arabi Uniti e Kuwait) alle industrie di trasformazione. Dallo stretto passa anche il 20-25% di gas naturale liquefatto (GNL) ma proprio quest’ultima cifra sta cambiando rapidamente poiché più GNL verrà spedito sempre più verso l’Asia e l’Europa a fronte anche del peggioramento delle relazioni tra Russia e Nato e il progressivo formarsi di blocchi politici ed economici in competizione tra loro – in questo senso rilevante è il rafforzamento della collaborazione tra i paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), con possibili allargamenti. Anche lo stretto di Bab el-Mandeb sta diventando sempre più importante in ottica di collegamento tra Unione europea e paesi del Golfo – come il Qatar per il GNL.

  • Il Mare cinese meridionale

Anche il mare cinese meridionale, seppure non sia una porzione di mare stretta come quelle citate in precedenza, è un nodo importante poiché il 30% del commercio marittimo globale passa per questo mare. Come gli altri, anche questo hub è soggetto a possibili instabilità soprattutto relative alla competizione tra Cina e Stati Uniti – in particolar modo in relazione a Taiwan.

  • Lo stretto di Malacca

Un altro snodo importante è lo stretto di Malacca, che collega l’Oceano Indiano all’Oceano Pacifico passando dal Mare cinese meridionale. Circa il 40% del commercio mondiale passa attraverso questo stretto vitale per la Cina e per altri stati dell’Asia orientale, soprattutto legato ai semiconduttori – sono circa 60mila le navi mercantili che ogni anno transitano dallo stretto, sempre più essenziale anche per il commercio indiano.

  • Il Bosforo

Il Bosforo è vitale per il movimento di metalli, fertilizzanti, alimenti e altri prodotti dall’Ucraina e dalla Russia al resto del mondo. Situato a collegamento del Mar Nero al Mare della Marmara, all’Egeo e al Mar Mediterraneo, è soggetto a blocchi attualmente causa della guerra russa in Ucraina. Una situazione che è una delle principali ragioni dell’inflazione sugli alimenti, specialmente in molti paesi di Africa e Medio Oriente.

  • La rotta del mare del Nord e lo stretto di Bering

La rotta del mare del Nord (Northern Sea Route) è una delle principali nuove rotte commerciali che riguardano soprattutto la Russia, che la sta sviluppando insieme a Cina e altri partner e punta attraverso questa via ad ampliare il commercio con i paesi asiatici. La rotta prevede un tragitto verso lo stretto di Bering, soggetto anch’esso a possibili tensioni politiche ed economiche poiché collega Russia e Stati Uniti. Vista la situazione geopolitica e i blocchi sul Mar Nero, la Russia potrebbe puntare a far transitare sempre più merci attraverso questa rotta, da cui passa soprattutto gas naturale liquefatto (GNL).

L’importanza del monitoraggio costante

La lista presentata sopra non è esaustiva ed esistono altri passaggi importanti tra cui gli stretti danesi e quello di Gibilterra, meno soggetti a shock dei precedenti ma comunque fondamentali.

In totale, l’80% del commercio mondiale in termini di valore passa attraverso l’Oceano. Molte catene di approvvigionamento vitali come medicinali, dispositivi medici, attrezzature e forniture militari viaggiano via mare e anche il commercio internazionale di cibo, metalli e altri prodotti all’ingrosso avviene principalmente tramite queste rotte e attraverso questi stretti.

Uno dei motivi principali degli shock attuali nel commercio globale è che le rotte marittime e i porti di collegamento come Odessa, Shanghai e Los Angeles sono stati intasati da guerre, pandemie e catene di approvvigionamento tese.

Per queste ragioni, monitorare costantemente quanto accade in questi snodi – e conoscere i legami tra essi – è di fondamentale importanza per evitare di farsi trovare impreparati di fronte a possibili blocchi e ritardi ed essere sempre pronti a ricorrere a un piano b. Anche conoscere la situazione geopolitica dei paesi che si affacciano su queste porzioni di mare può aiutare a comprendere le dinamiche che muovono il commercio globale e influenzano l’approvvigionamento.

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