Nel 2021, l’Organizzazione marittima internazionale (IMO), istituto specializzato dell’Onu, ha completato un esercizio di scoping di quattro anni volto a determinare come il funzionamento sicuro, protetto e rispettoso dell’ambiente delle navi autonome potrebbe essere incorporato nel suo quadro normativo. Molti stanno già accogliendo con favore le tecnologie che aiutano a monitorare i pericoli e mantenere le distanze di sicurezza, che permettono alle navi di evitare aree ambientali particolarmente sensibili o limitate.

Altro scopo fondamentale da raggiungere nel futuro è quello di raggiungere le zero emissioni entro il 2050 e per farlo il trasporto marittimo è sicuramente di importanza dirimente, dal momento che oltre il 90% delle merci vengono scambiate via mare.

Tra le principali novità per rendere questo settore meno inquinante, e in prospettiva permettere di raggiungere il net zero, ci sono le sperimentazioni di combustibili alternativi e anche nell’elettrico e nell’eolico.

Le navi autonome

Tra i più interessanti sviluppi tecnologici del settore ci sono le navi autonome, che sono più efficienti dal punto di vista della navigazione; che significa meno spreco di carburante. Queste navi sono meglio attrezzate per monitorare l’ambiente circostante, regolano autonomamente il movimento e la velocità secondo le necessità del tragitto e della rotta, in modo tale da evitare le collisioni e raggiungere la meta nei tempi stabiliti e limitando lo spreco di carburante.

Le navi autonome prevedono una nulla o ridotta presenza di equipaggio umano. Uno dei vantaggi è quello di ridurre l’infrastruttura di bordo e le forniture in modo tale da rendere queste navi più leggere, consentendo loro di raggiungere le destinazioni ancora più velocemente e con meno carburante. Ma parte di quello spazio potrebbe essere riadattato in modo da aumentare il carico per limitare i viaggi e quindi l’inquinamento.

Alternative green per il trasporto via mare

Oltre a fattori legati a una maggiore automazione, un grande cambiamento sta avvenendo e deve avvenire anche dal punto di vista dell’utilizzo del carburante delle navi cargo. Metanolo verde, ammoniaca, idrogeno, gas naturale liquefatto (Gnl) e nucleare sono tutti contendenti per i combustibili del futuro. Le navi cargo richiedono però quantità di energia grandi e costanti, il che significa che i combustibili in questione devono essere convenienti e disponibili su una scala che li renda praticabili.

  • Energia elettrica

Quello a sembrare più in ascesa è il mercato delle navi elettriche, che entro il 2030 dovrebbe arrivare a valere oltre 16 miliardi di dollari. I progettisti di Mitsubishi stanno sperimentando navi a propulsione elettrica con Roboship, nave che sarà costruita da Honda Heavy Industries e varata il prossimo anno e avrà un sistema ibrido-elettrico, che include batterie di accumulo, eliche, motori, quadri elettrici e generatori. Anche Asahi Tanker sta costruendo una coppia di navi cisterna completamente elettriche a emissioni zero, alimentate da batterie agli ioni di litio. Il primo modello ha consegnato carburante marittimo alle navi nella baia di Tokyo ad aprile, mentre il secondo dovrebbe entrare in funzione il prossimo anno.

La prima nave portacontainer completamente elettrica e autonoma è però la Yara Birkeland, che ha iniziato a trasportare piccoli carichi di fertilizzanti in Norvegia la scorsa primavera. Opererà inizialmente con un equipaggio completo mentre gradualmente passerà alla piena autonomia: senza pilota e con il carico, lo scarico e l’ormeggio interamente gestiti autonomamente senza personale.

Traghetti elettrificati, pilotine e navi da crociera stanno arrivando nei porti di Giappone, Svezia e Danimarca. Ma come per le auto elettriche, l’autonomia di viaggio, le infrastrutture e la ricarica della batteria sono problemi anche per le navi, che finora sono state progettate di dimensioni più piccole delle tradizionali navi cargo e per viaggi locali brevi.

  • Energia eolica

«Attualmente ci sono 20 grandi navi dotate di una tecnologia assistita dal vento», ha affermato Gavin Allwright, segretario dell’International Windship Association con sede a Londra, alla CNBC. Includono navi cisterna, portarinfuse e bisarche, ha detto, che hanno abbastanza spazio sul ponte per ospitare diversi sistemi. Tra le applicazioni recenti, la società mineraria australiana BHP sta collaborando con Pan Pacific Copper e Nippon Marine per testare un sistema a vela a rotore a bordo di una nave portarinfuse.

Cargill, il colosso alimentare e agricolo, è pronto a testare una nave equipaggiata con WindWings, vele solide progettate da BAR Technologies. Secondo quanto riferito, la società prevede di noleggiare almeno 20 nuove navi assistite dal vento nei prossimi anni. Airseas, l’unità marittima dell’Airbus francese, ha sviluppato un gigantesco aquilone automatizzato chiamato Seawing. La tecnologia di assistenza al vento, afferma Airseas, può ridurre il consumo di carburante in media del 20%.

Nonostante l’adesione a questi vari progetti di decarbonizzazione, l’industria marittima avrà difficoltà a liberarsi dai combustibili fossili nel breve periodo. Tuttavia, la tecnologia può offrire grande spunti e la sperimentazione sta già dando buoni risultati, sia per l’alimentazione ibrida che a bassissime emissioni.