Il regolamento UE sulla deforestazione (EUDR) impone un’ampia due diligence sulla catena del valore per tutti gli operatori e i commercianti che si occupano di determinati prodotti. Il nuovo provvedimento è entrato in vigore il 29 giugno ma le sue disposizioni principali non si applicheranno fino al 30 dicembre 2024.

Questa normativa europea rientra nel quadro delle decisioni sul rispetto dell’ambiente e sulla transizione ecologica. Secondo Moody’s, introduce nuovi rischi per le catene di approvvigionamento.

Le ragioni del provvedimento

Circa 420 milioni di ettari di superficie forestale sono stati persi tra il 1990 e il 2020. Tuttavia, il tasso di deforestazione è rallentato negli ultimi tre decenni, passando dai 15,8 milioni di ettari totali all’anno nel 1990-2000 a 10,2 milioni di ettari all’anno nel 2015-2020. Il dominio climatico che ha mostrato il più alto ritmo di deforestazione è quello tropicale, che ha visto 9,3 milioni di ettari all’anno persi nel 2015-2020. D’altra parte, il dominio boreale ha il più basso tasso di deforestazione, con una cifra di 0,06 milioni di ettari all’anno nel 2015-2020.

Il regolamento mira a ridurre al minimo il contributo dell’Unione europea alla deforestazione globale e anche a ridurre la sua impronta legata alle emissioni di gas serra e alla perdita di biodiversità a livello mondiale. Copre sette materie prime, che rappresentano la quota maggiore della deforestazione provocata dall’UE: olio di palma, soia, legna, cacao, caffè, bestiame, gomma. La norma riguarda gli operatori che esportano tali prodotti dall’UE o gli operatori della catena di approvvigionamento che li rendono disponibili sul mercato dell’UE.

L’EUDR è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE il 9 giugno 2023 ed è entrato in vigore 20 giorni dopo, il 29 giugno 2023. I principali obblighi saranno però applicabili nel dicembre 2024, 18 mesi dopo l’entrata in vigore.

I dettagli delle richieste di compliance

Per le merci sarà richiesta una visibilità end-to-end, ma allo stesso tempo le nuove norme mirano a evitare la duplicazione degli obblighi e a ridurre gli oneri amministrativi per gli operatori e le autorità. Esiste anche la possibilità per i piccoli operatori di affidarsi a operatori più grandi per preparare dichiarazioni di due diligence. Il regolamento crea quindi un sistema di benchmarking, che assegna un livello di rischio correlato alla deforestazione e al degrado forestale (basso, standard o alto) ai paesi all’interno e all’esterno dell’UE.

La categoria di rischio determinerà il livello degli obblighi specifici per gli operatori e le autorità degli Stati membri di effettuare ispezioni e controlli sulle organizzazioni. “Ciò faciliterà un monitoraggio rafforzato per i paesi ad alto rischio e una due diligence semplificata per i paesi a basso rischio”, afferma il comunicato del Consiglio dell’UE.

Le autorità competenti dovranno effettuare controlli sul 9% degli operatori che commerciano prodotti provenienti da paesi ad alto rischio, sul 3% di quelli provenienti da paesi a rischio standard e sull’1% da paesi a basso rischio, al fine di verificare che rispettino effettivamente gli obblighi previsti. Inoltre, verranno effettuati controlli anche sul 9% delle merci e dei prodotti pertinenti immessi, messi a disposizione o esportati dal loro mercato da paesi ad alto rischio. Le nuove norme tengono conto anche della protezione dei diritti umani relativi alla deforestazione ed è stato aggiunto un riferimento al principio del libero consenso preventivo e informato delle popolazioni indigene.

Come il regolamento influisce sul rischio nella supply chain

Le sanzioni per il mancato rispetto del regolamento comporteranno ammende pari al 4% del fatturato annuo totale dell’operatore o del commerciante nell’UE nell’esercizio finanziario precedente fino a prevedere anche l’esclusione da processi di public procurement o l’accesso a fondi pubblici. Secondo Moody’s il regolamento potrebbe aumentare i costi operativi non solo per le aziende a livello globale che producono uno qualsiasi dei prodotti interessati, ma anche per le aziende coinvolte nelle catene di approvvigionamento delle materie prime.

“Anche i costi di reputazione e di opportunità potrebbero diventare significativi per le aziende attraverso gli adeguamenti necessari alle catene di approvvigionamento e il maggiore controllo da parte di consumatori, investitori e autorità di regolamentazione”, afferma l’agenzia, che ha analizzato le implicazioni creditizie del regolamento sulla deforestazione.

La rilevanza dell’impatto del credito dipenderà da fattori come la posizione dell’azienda nella catena di approvvigionamento, secondo i criteri visti sopra. Un fattore importante sarà è la capacità di un’azienda di passare ad altri prodotti o fornitori, senza ridurre significativamente i propri ricavi o influire sulle proprie operazioni. È probabile che le catene di approvvigionamento siano la principale fonte di esposizione per molti settori, ma la divulgazione da parte dei fornitori può essere limitata e i dettagli geografici sui terreni agricoli di origine possono essere difficili da individuare. Per questo motivo sarà necessaria una puntuale concertazione e collaborazione tra le autorità e le aziende più esposte ai rischi ma che più potrebbero incidere per invertire la rotta della crisi climatica.