La Commissione europea ha definito un nuovo strumento di emergenza per proteggere le catene di approvvigionamento in tempi di crisi che darebbe all’esecutivo dell’UE nuovi poteri, tra cui richiedere lo stoccaggio di beni critici e spingere le aziende a dare la priorità ad alcuni ordini. Poteri straordinari per riuscire ad affrontare le crisi della catena di approvvigionamento. La sfida è ora convincere i paesi più riluttanti all’intervento europeo nelle questioni nazionali e le aziende ad accettare di rivedere la propria strategia in tempi bui.

Una misura potenzialmente storica

Il nuovo strumento per il mercato unico, denominato Single Market Emergency Instrument (SMEI) mira a garantire che i beni essenziali possano circolare all’interno dell’Unione europea durante un’emergenza come la recente pandemia, che ha messo a dura prova le supply chain di numerosi settori.

Lo SMEI mira a fornire un modo inclusivo, trasparente e veloce per affrontare le crisi future, ha affermato la vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager. «Abbiamo bisogno di nuovi strumenti che ci consentano di agire rapidamente e collettivamente a qualsiasi tipo di rischio che corriamo», ha detto in una conferenza stampa.

Una decisione potenzialmente storica che poterebbe l’Ue ad assumere un ruolo più centrale nella gestione delle crisi, in senso federalista, indirizzando la produzione delle aziende negli stati membri.

Gli scopi del Single Market Emergency Instrument

Questo progetto di regole, che ora è ancora una bozza, autorizza la Commissione a ordinare agli Stati dell’Unione di riorganizzare le catene di approvvigionamento e aumentare le forniture di beni rilevanti per la crisi il più rapidamente possibile, compreso l’ampliamento o il riutilizzo delle capacità di produzione esistenti, la creazione di nuove capacità e l’immissione sul mercato di beni rilevanti.

Come afferma Thiery Breton, commissario europeo per il mercato interno e i servizi, lo strumento avrà 4 scopi principali: migliorare l’anticipazione della crisi tramite informazioni in tempo reale e aperte; evitare la frammentazione grazie al potere di adottare una decisione contro i limiti alla libera circolazione di merci, persone e servizi; sostenere gli sforzi dell’industria attraverso le riserve strategiche accumulate in una fase iniziale tramite il coordinamento; ottenere strumenti simili al Defense Production Act degli Stati Uniti, che consente al Presidente di obbligare le aziende ad accettare ordini con rating prioritario.

Secondo queste regole, le aziende potrebbero essere costrette a dare la priorità alla produzione di determinati beni critici. Dovranno divulgare alcune informazioni sulle capacità di produzione e sulle scorte di beni rilevanti per la crisi, nonché come detto, dare priorità agli ordini di beni chiave. Il mancato rispetto di queste linee, o dare informazioni false o errate esporrà le aziende a sanzioni fino a 300.000 euro. Coloro che non rispettano un ordine di dare la priorità ai prodotti chiave potrebbero essere soggetti a penalità di mora pari all’1,5% del fatturato medio giornaliero.

Critiche e rassicurazioni

Il gruppo BusinessEurope ha espresso le sue preoccupazioni in un documento pubblicato prima dell’annuncio dell’UE. «Un intrusivo monitoraggio del mercato ex ante obbligatorio per qualcosa che può o non può accadere in determinate condizioni, che possono cambiare al di fuori del nostro controllo, non soddisfa i principi di proporzionalità e necessità», ha affermato. «Lo stesso vale per alcune delle possibili misure per mitigare una crisi».

La vicepresidente della Commissione Vestager ha cercato di alleviare le preoccupazioni sul fatto che le bozze di regole possano costringere le aziende a violare gli accordi commerciali, affermando che non prevarranno sugli accordi soggetti alle giurisdizioni di paesi terzi, a differenza di quelli vincolati dalle leggi contrattuali europee.

«Questo strumento è l’opposto di un’economia pianificata», ha dichiarato ancora Breton, aggiungendo che il suo obiettivo non è monitorare costantemente gli attori economici. Ciò sembra affrontare il timore espresso da alcuni paesi dell’UE, e dalla stessa BusinessEurope, che il testo vada troppo oltre nel consentire alla Commissione di adottare misure di emergenza ed esecutive. Breton ha assicurato che lo SMEI tenderà a prediligere sempre il dialogo con l’industria per rimanere un continente aperto e impegnato nel commercio internazionale.