Procurious in collaborazione con Avetta ha recentemente condotto uno studio sulla sostenibilità, intervistando alcuni responsabili di procurement per ottenere una visione sull’applicazione attuale dell’approvvigionamento etico a livello globale.

Dal rapporto è emerso il ruolo chiave dei leader della catena di approvvigionamento nella gestione dei fornitori e i relativi rischi connessi, nonché il loro impatto positivo per la creazione di un futuro più sostenibile ed etico.

Tra i temi trattati:

* Influenza, potere e impatto degli approvvigionamenti in materia di etica

* Responsabilità: schiavitù moderna e lavoro forzato nella catena di approvvigionamento

* Monitoraggio e valutazione dei fornitori

* Best practice di approvvigionamento etico

La ricerca ha individuato nuove prospettive e idee per la condivisione delle migliori pratiche in materia di etica e sostenibilità per fornire agli appalti una visione chiara della loro influenza e conseguentemente innescare il cambiamento.

 

I principali risultati dell’indagine

 

  • Gli approvvigionamenti guidano il cambiamento

 L’88% degli intervistati sostiene di essere in grado di guidare il cambiamento in materia di ESG ritenendo di avere un ruolo importante da svolgere.

Ciò è confermato dalle risposte al sondaggio, con il 46% degli intervistati che afferma la leadership del Cpo nel guidare la strategia di approvvigionamento etico.

L’attenzione alla sostenibilità, l’approvvigionamento etico e l’importanza crescente delle operazioni lungo l’intera catena di approvvigionamento sono visti come fattori chiave per le organizzazioni.

Infatti, in molte organizzazioni gli appalti costituiscono la forza trainante per l’agenda della sostenibilità. Ciò dipende dal ruolo chiave dell’approvvigionamento; in particolare dalle interazioni con gli stakeholder e dalla gestione dei fornitori strategici.

Il 51% degli intervistati afferma che la principale pressione a migliorare viene dall’interno: dagli stessi team di approvvigionamento. Sorprendentemente, un tasso di risposta quasi doppio rispetto ai due fattori successivi: investitori (16%) e clienti (12%).

Inoltre, con la fidelizzazione dei dipendenti, la credibilità etica del datore di lavoro è diventata un fattore cruciale nel reclutamento e nel mantenimento del personale.

 

  • La schiavitù moderna è ancora un grande problema

Quasi l’8% delle organizzazioni ha identificato un caso di schiavitù moderna o di lavoro forzato nella propria catena di approvvigionamento e un altro 20% sospetta casi di schiavitù, senza poterli però confermare.

In particolare, sembra che i casi di schiavitù si trovino nei livelli inferiori della catena di approvvigionamento, dove il cliente ha un controllo limitato e scarsa visibilità di importanti meccanismi di segnalazione.

L’influenza degli appalti e l’impatto delle sue politiche, infatti, diminuiscono nei livelli più bassi. Altri evidenziano la domanda di beni a basso costo dei consumatori, o il non voler pagare un premio per prodotti sostenibili, come motivi principali per cui questi problemi persistono, con azioni intraprese solo quando sorgono problemi o un rischio di danno reputazionale.

La ricerca ha rilevato che le materie prime presentano il rischio maggiore per la schiavitù moderna lungo tutta la catena di approvvigionamento, selezionate dal 60% degli intervistati. Seguono l’abbigliamento (47%), l’alimentazione e l’agricoltura (39%).

Procurious ha anche scoperto che il 26% delle organizzazioni non ha ancora stabilito o implementato processi per identificare ed eliminare la schiavitù moderna dalla propria catena di approvvigionamento. Meno della metà (48%) afferma di avere attualmente un processo consolidato. Inoltre, i progressi variano in base alla regione.

 

  • Il monitoraggio e il coinvolgimento dei fornitori sono fondamentali per le prestazioni di approvvigionamento etico

Agire contro pratiche di approvvigionamento non etiche inizia con il monitoraggio dei fornitori, che rimane una sfida per la maggior parte delle organizzazioni. Tuttavia, più della metà delle aziende intervistate monitora solo il 10% dei propri fornitori di sottolivello.

Le organizzazioni spesso non hanno pressioni contrattuali per scoprire quali sono i sottolivelli o dove hanno sede. Il monitoraggio superfluo della catena di approvvigionamento, spiega Avetta, potrebbe essere dovuto al rifiuto da parte del fornitore di livello 1 di fornire tale visibilità, oppure al fatto che la visibilità stessa non sia richiesta in fase di contrattazione con il fornitore di livello 1.

Quasi un terzo delle aziende (29%) non sta monitorando alcun fornitore di sottolivello e senza esercitare pressioni commerciali, i fornitori, soprattutto nei sottolivelli, non sono motivati ​​a cambiare i loro comportamenti. È tempo che gli appalti adottino un approccio proattivo, il che richiederà una serie di innovazioni sul modo in cui i fornitori vengono coinvolti.

 

Best Practice 

Per avere successo e incrementare il cambiamento verso un modello etico e sostenibile, per Avetta e Procurious sarà fondamentale:

– elaborare un programma maturo sul cambiamento climatico che comprenda una strategia efficace come le clausole di clawback contrattuali e le multe per prestazioni negative dei fornitori;

– aumentare la formazione e lo sviluppo professionale rivolgendosi ad associazioni di categoria come l’Ethical Trading Initiative, CIPS – Chartered Institute of Procurement and Supply e BRCGS – Brand Reputation through Complianc;

– gestire in maniera proattiva ed efficiente le questioni etiche relative alle condizioni di lavoro, la corruzione, le frodi, la retribuzione e i benefici equi;

– avere accesso a tecnologie abilitanti per fare la differenza.

 

È ora di agire, insieme

Ciò che la relazione mostra è che, sebbene negli ultimi anni gli approvvigionamenti abbiano fatto grandi passi avanti, c’è ancora molto lavoro da fare. Gli appalti, infatti, si trovano ora in una posizione privilegiata per influenzare le strategie e le pratiche globali e guidare il cambiamento che avrà un impatto su persone, comunità e paesi in tutto il mondo, grazie alla sua rete di professionisti globali che sono tutti coinvolti all’unanimità in questa lotta.