Riportiamo di seguito l’intervista a Giovanni Macellari, Direttore Acquisti e della Supply Chain di Vitrociset, a cura di Micol Barba, responsabile della redazione, pubblicata sul magazine “The Procurement – Supply Chain & Logistics” (Anno 3 Numero 4) nella sezione Parola al CPO.
“Il mio primo amore”, il Procurement, quello al quale fare ritorno. E’ con queste parole che Giovanni Macellari, dal 2012 Direttore acquisti della Supply Chain di Vitrociset, racconta il suo percorso lavorativo articolato, lungo più di 30 anni.
Lui a Roma, io nella redazione milanese di The Procurement, ho avuto l’occasione di intervistarlo telefonicamente. A parte una sua immagine trovata su Linkedin, non lo conosco di persona, ma la sua voce, profonda e decisa, mi ha dato l’idea di un uomo dalla corporatura un po’ più grande della media, che dalla sua scrivania destreggia sicuro numeri e informazioni, forte di una visione d’insieme chiara, perché, come mi ha spiegato, “la direzione acquisti è una delle poche funzioni che ti permette di vivere l’azienda a tutto tondo. Approvvigionando beni, materiali e servizi, per tutte le singole business unit, si ha un’idea esatta di cosa l’azienda fa e di come si colloca sul mercato. E’ un onore sapere di contribuire a quelli che sono i suoi numeri perché la sua marginalità è data anche dal saper acquistare bene”.
Nato come tecnico, nel 1981, all’AccuRay, multinazionale americana, una volta passato in Datamat, interfacciandosi sempre più con i sub fornitori, è diventato responsabile acquisti tecnici.
E di acquisti ha continuato ad occuparsi anche in Electronic Data System Italia e successivamente in Almaviva.
Una parentesi di due anni come Amministratore Delegato di una PMI nel settore ICT, per poi tornare appunto “al mio primo amore”, gli acquisti, in Vitrociset.
Quali sono le peculiarità nel fare procurement in un’azienda strategica come Vitrociset?
Occupandoci principalmente di sicurezza, difesa, spazio e cyber security, non si tratta solamente di acquistare al giusto rapporto qualità-prezzo ma anche di saper scegliere con cautela e un po’ di lungimiranza i giusti interlocutori. Il nostro albo fornitori, che ha vinto anche un premio assoluto da Adaci ed ha una nomination per l’Award Europeo 2017 del CIPS, si avvale anche d’informazioni provenienti da provider esterni che vanno a valutare a tutto tondo quella che è la capacità di un’azienda, non soltanto in termini economici/finanziari ma anche di relazioni e posizionamento.
Il prossimo 18 ottobre, The procurement organizza un summit dedicato agli acquisti sostenibile e a come rendere green la propria supply chain.
Nel nostro business sfortunatamente questo è un po’ problematico, cerchiamo il più possibile di trovare un compromesso ma spesso non si trova la giusta collocazione e soluzione. Questo non vuol dire andare in deroga alle norme vigenti, infatti siamo anche certificati ISO 14001:2015, ma che a volte si vorrebbe fare di più per la salvaguardia dell’ambiente. Devo però riconoscere che questa problematica è sempre di più condivisa e sentita da tutta la filiera produttori-clienti finali e quindi sempre di più si riescono a trovare prodotti eco-compatibili di ottima qualità e fattura che rispondono alle esigenze, tranne forse per l’aspetto economico.
Per un CPO, il rapporto con CFO, Marketing e in generale con le altre funzioni aziendali non è sempre facile.
Avere procedure “puntuali” può aiutare affinché ci sia un “Early Involvement”, ovvero un ingaggio già nella fase di Discovery dell’opportunità . In Vitrociset c’è condivisione di budget, strategie, tattica, il rispetto dei ruoli e dei processi, con questo approccio riusciamo ad essere efficaci ed efficienti. La responsabilità del Direttore Acquisti rimane comunque quella di saper imporre la propria organizzazione e questo lo si fa solo portando risultati concreti e quindi conquistando la fiducia ed il rispetto dei colleghi.
Come sta evolvendo il procurement?
Se paragono il procurement di oggi, con quello di una decina di anni fa l’evoluzione della tecnologia ci ha fatto fare passi da giganti. Essere competitivi sul mercato passa anche nel saper trovare e quindi proporre ai propri clienti tecnologie innovative valutandone correttamente i pro ed i contro. Questo ci porta alle specializzazioni, alle qualifiche della professione, al ripensare alla figura del buyer non più come un semplice acquisitore di beni/servizi ma ad un professionista con conoscenze informatiche, economiche finanziarie, legali e giuslavoristiche in grado quindi di valutare l’acquisto in tutti i suoi aspetti valutando non solo l’impatto economico ma cercando di determinare i vari rischi connessi all’approvvigionamento del bene e/o servizio.
Se dovesse pensare ad una problematica nel procurement, che spera, in futuro, possa cambiare?
Un problema cogente di molte aziende è quello finanziario unito alla modalità ancora molto “orientale” nella negoziazione, preferiamo negoziare giorni e giorni prima di arrivare alla conclusione della trattativa. L’Italia è forse l’ultimo paese in Europa per quanto riguarda le dilazione di pagamento dei fornitori, la negoziazione non riguarda soltanto la bontà tecnologica del prodotto o delle quantità o del loro costo ma si spende la metà del tempo sulle modalità di pagamento della fornitura. In Italia è più facile fallire di credito che non di debito.
Vitrociset sta per cambiare proprietario, un’operazione che dovrà essere esaminata da Palazzo Chigi, trattandosi di un’azienda strategica che rientra nella golden share. Lei che futuro si immagina?
Immagino un futuro roseo. Le capacità tecniche, ingegneristiche e organizzative di Vitrociset, non sono seconde a nessuno, sia in Italia che all’estero. Ci sentiamo in grado di poter competere sugli argomenti di nostro interesse con chiunque. L’attuale proprietà ha reso “grande” la Vitrociset ma ora in un mercato globale dove la competizione è sempre più agguerrita e le nostre ambizioni di crescita (anche nei mercati esteri) sono alte, si richiedono nuovi investimenti e nuove strategie. Quando ci presentiamo all’estero con i nostri progetti è sempre un successo, ciò dimostra le nostre capacità e non è un caso che tra le varie aziende interessate all’acquisizione di Vitrociset alcune sono realtà internazionali. Chiunque sarà il nuovo proprietario acquisirà una eccellenza italiana fatta di persone altamente competenti e qualificate che saprà portare alto il nome del nostro paese nel mondo.