26 novembre dalle ore 17.00 alle ore 19.15
Webinar di presentazione del libro
“Smart Procurement: Idee per un protocollo anticrisi”
con l’intervista di Micol Barba ai due autori.
Quando divampa un incendio, per domare le fiamme, il pompiere segue un protocollo consolidato e deve essere dotato di “tempestività, professionalità, coraggio”. Lo stesso dovrebbe valere per rispondere alle crisi economiche, qualunque siano le cause che le hanno ingenerate. È da questa riflessione che muove il nuovo saggio intitolato Smart Procurement, idee per un protocollo anticrisi, scritto a quattro mani da Cristina Palumbo Crocco, saggista, vicepresidente dell’associazione Ali e condirettrice della rivista digitale Officina Italia, insieme al marito, Domenico Crocco, responsabile affari internazionali di Anas, primo delegato per l’Italia della World road association, autore di una ventina di libri sullo smart procurement, materia di cui è docente a contratto alla Luiss e al master del Sole 24 ore, oltre ad essere stato capo dipartimento e direttore generale del Ministero Infrastrutture e Trasporti per la regolazione degli appalti pubblici.
Il loro, “è un libro che sprona ad agire”, come si legge nella prefazione di Giovanni Farese, professore associato di Storia dell’Economia all’Università Europea di Roma, e si basa su una “consapevole ricostruzione degli eventi passati, su una realistica analisi dell’esistente e sulla pragmatica ricerca di un “mix” di soluzioni”, come riassume Claudio Contessa, presidente di sezione del Consiglio di Stato, nella sua postfazione. “Durante il lockdown”, come ricorda Cristina Palumbo Crocco che, insieme al marito, mi ha raccontato la genesi del libro nel corso di una piacevole e interessante video-intervista, “ognuno di noi, nelle sue possibilità, ha avuto il desiderio di contribuire ad alleviare le sofferenze personali e sociali, scaturite dalla pandemia”.
Così, quando è iniziata l’emergenza sanitaria e le conseguenti prime gravi ripercussioni economiche e umane, hanno deciso di accelerare la stesura del libro al quale già stavano lavorando, per proporre idee concrete per rispondere efficacemente a questa nuova crisi. La prima parte del libro ripercorre le principali crisi economiche che hanno attraversato il mondo, dall’inizio del ‘900 fino ai nostri giorni. Ne emerge che ogni depressione, sia essa di origine economica o finanziaria, produce un calo delle quotazioni in borsa dei titoli, la contrazione del Pil, alti tassi di disoccupazione e il conseguente impoverimento sociale, fino ad arrivare in taluni casi al default di interi Stati. Di fronte a questi effetti, dunque, sarebbe necessario predisporre un protocollo anticrisi e intervenire già ai primi sintomi. È allora che la spesa pubblica deve accelerare e investire in infrastrutture digitali e materiali per far scattare il cosiddetto “moltiplicatore”, ovvero un risultato misurabile, maggiore rispetto all’investimento iniziale. Ma come fare visto che, in Italia, da quando si pensa e si autorizza un’opera a quando la si realizza passano mediamente 15 anni?
Per proporre una soluzione, nella seconda parte del libro, Domenico Crocco parte dall’analisi di alcuni dei migliori esempi di public procurement internazionali. Da questa indagine è emerso che il sistema statunitense e britannico, per l’assegnazione lavori, si basa sia sulle capacità tecniche ed economiche di una impresa ma anche sulla sua past performance e mira alla realizzazione dell’opera nel modo migliore, nel tempo più veloce e al miglior prezzo. Generalmente, invece, nel modello europeo, l’obiettivo pare non tanto realizzare dell’opera quanto garantire a tutte le imprese di poter partecipare al bando in modo non discriminatorio e trasparente, impianto certamente importante ma che deve essere il mezzo e non il fine.
Tornando poi al nostro sistema italiano, Crocco sottolinea che, in realtà, il nostro public procurement sarebbe uno dei più progrediti a livello internazionale. Manca, però, di decreti attuativi, come quello relativo al sistema di rating delle stazioni appaltanti, e la sua farraginosità costringe il legislatore, come già successo più volte, a fare ricorso ai commissari straordinari. Ed è da questo quadro che nasce l’esigenza di Domenico Crocco di proporre un nuovo modello, riprendendo gli elementi migliori dei sistemi analizzati, anche su esempio del ponte Morandi di Genova, la cui ricostruzione, avvenuta in un anno, è stata assegnata con trattativa privata senza bando a Salini Impregilo, stando ai dati la migliore impresa italiana per la realizzazione di un’opera così importante.
Crocco propone un sistema di rating delle stazioni appaltanti e delle imprese, costruito sulla base di dati oggettivi, che assegni gli appalti secondo una programmazione suddivisa in opere nazionali, regionali e locali, in modo automatico e algoritmico; un modello pensato non solo per l’Italia ma per qualunque paese abbia la necessità di spendere in fretta e bene i soldi pubblici, riuscendo al contempo a contrastare eventuali problemi legati alla corruzione.
“Abbiamo messo a disposizione il volume ai ministri competenti per materia e lo condivideremo con la World road association che conta sulla rappresentanza di 142 paesi nel mondo. Si avvale di un comitato tecnico che si occupa specificatamente di procurement internazionale e che da tempo è alla ricerca di un nuovo modello che sia più efficiente ed efficace, che garantisca una spesa di qualità. Cercheremo di condividere questa idea per vedere se potrà affermarsi non solo come paradigma italiano ma internazionale”.
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