Organizzare, prevedere, bilanciare e poi un imprevisto può mandare all’aria mesi di pianificazione. Con il 2020 ci siamo abituati a questa imprevedibilità ma per il 2021 possiamo provare a fare di meglio? Sul blog di Procurious, Tony Webster-Smith, Regional APAC VP di Avetta, ha elencato quelli che secondo lui sono i rischi a cui prestare attenzione per l’anno che verrà.

  • Cash flow

L’anno 2020 verrà ricordato da tutti non solo per il coronavirus in sé e per sé ma per tutto l’insieme di conseguenze e impatti che ha generato. Le piccole e grandi aziende di tutto il mondo, nessuna esclusa, hanno passato mesi difficili, di totale stallo e incapacità di prendere decisioni oculate, non sapendo come sarebbe evoluta la situazione da una settimana all’altra. In molti Stati i governi hanno introdotto aiuti finanziari alle aziende, temporanei, che hanno momentaneamente evitato il tracollo. Ma nel 2021 non è detto che queste misure verranno mantenute e si pone pertanto la questione di eventuali fallimenti e chiusure definitive. Il primo consiglio fornito è quello di monitorare i rischi associati alla salute finanziaria dei propri fornitori.

  • Danno reputazionale

In questi mesi molti fornitori poco affidabili hanno pensato di passare inosservati e di continuare a esserlo anche nel 2021. Niente di più sbagliato. Il danno reputazionale avrà ancora la sua importanza, se non maggiore, e i clienti si aspetteranno trasparenza sulle modalità e intero percorso di produzione dei prodotti. Il lavoro minorile rimane uno dei principali rischi di danno reputazionale e purtroppo grandi multinazionali non lo hanno ancora eliminato del tutto. Accanto a questo esistono molti altri rischi come il ritardo di consegna di un progetto, l’inadempimento dei contratti e la mancanza di pianificazione della business continuity.

  •  Ambito Regolatorio

Il contesto normativo è sempre difficile da prevedere. L’autore dell’articolo prende in considerazione i casi degli Stati Uniti e dell’Australia, perché di sua conoscenza, e racconta di quelle che saranno le nuove normative in vigore con il nuovo anno – di cui è preoccupato. In primis, il nuovo regime di licenze per il lavoro (Labour Hire Licensing Scheme) introdotto per proteggere i lavoratori dallo sfruttamento. Ciò significa che i fornitori hanno bisogno di una supervisione ancora maggiore sui loro appaltatori, e persino sugli appaltatori dei loro appaltatori.

A proposito di supervisione, un altro atto legislativo che sarà introdotto in Australia riguarda la catena di responsabilità nel settore dei trasporti. In poche parole, i fornitori di servizi di trasporto avranno maggiori responsabilità legali quando si tratta di stanchezza del conducente e manovra di veicoli pesanti.

Tutto ciò significherà maggiori rischi e costi per i fornitori.

  • Sostenibilità

Il coronavirus ha cambiato il mondo ma tra tutte le conseguenze negative ha portato anche una maggiore sensibilità e consapevolezza riguardo alla costruzione di supply chain più sostenibili e green. Si tratta di una grande opportunità per migliorare il nostro approccio alle catene di fornitura, ascoltar le richieste e preferenze del cliente, impegnarsi nella riduzione delle emissioni di CO2 e riequilibrare il nostro impatto ambientale.

L’altra faccia delle opportunità sono i rischi e anche la sostenibilità ne è soggetta. Aziende e fornitori potrebbero non essere aggiornati sugli ultimi trend e per questo penalizzati dalle leggi del mercato.

  • Disastri naturali

I disastri naturali ci sono sempre stati e per questo non siamo totalmente digiuni. Eppure ultimamente sembrano essere aumentati oltre misura e nel 2021 non si sa con certezza cosa ci aspetta. Quel che è certo è che maggiore sarà la frequenza e la gravità, maggiori saranno i rischi per i fornitori e per le imprese che da loro dipendono.

Le 5 categorie di rischi saranno tutte, alcune più e alcune meno, presenti nel 2021, quindi non resta altro che pianificare, pianificare e pianificare, ora.

Il 2021 è alle porte e la gestione del rischio non deve fermarsi mai.

 

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