di Alice Nicole Ginosa

Anfia ha affidato a Roland Berger, la società tedesca di consulenza strategica e aziendale, lo studio “Il futuro del settore automotive – Sfide e opportunità per i fornitori italiani verso il 2030”. Il tutto è partito con la mappatura della filiera italiana della componentistica con il fine di identificare i fattori su cui puntare per una transizione industriale di successo e analizzare quanto il  settore è pronto ad accogliere i trend tecnologici come elettrificazione, guida autonoma, veicolo connesso e mobilità condivisa che stanno prendendo sempre più piede. 

Per lo studio sono stati coinvolti 15 tra OEM e fornitori e si è cercato di coprire tutti i principali domini tecnologici dell’autoveicolo e relativi moduli e componenti: powertrain, chassis, interiors, exteriors, electronics. 

Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia, ha rivelato che grazie allo studio è stato possibile definire misure di politica industriale efficaci da condividere con le istituzioni di riferimento e gli stakeholder ma anche aiutare il settore nel suo percorso di transizione tecnologica. 

Tra gli elementi necessari per garantirsi il vantaggio competitivo e la presenza industriale su scala internazionale, la filiera produttiva dovrebbe portare avanti: 

  •  Interventi a supporto degli investimenti in ricerca, innovazione e prima industrializzazione 
  •  Interventi per la riqualificazione del capitale umano 
  •  Interventi finanziari a sostegno delle imprese e delle aggregazioni di imprese 

Lo stato della filiera italiana automotive

Secondo Anfia, ad oggi, il panorama della filiera è frammentato e richiede una maggiore collaborazione tra i player. Il portafoglio tecnologico è maggiormente esposto sui moduli tradizionali mentre le imprese non hanno ancora raggiunto un posizionamento abbastanza forte sui domini emergenti: Anfia suggerisce di avviare processi di trasformazione e strategie di open innovation per stimolare progetti tecnologici innovativi anche in Italia. Solo così diventeremo attrattivi per gli attori esteri leader tecnologici a livello globale e otterremo un buon posizionamento in termini di tecnologie emergenti. 

Un altro punto toccato dallo studio è l’idrogeno, soprattutto la sua applicazione nel trasporto pesante, sia di merci sia di passeggeri, su cui il settore dovrà concentrarsi.  Le competenze e le capacità per diventare leader non mancano. 

Il cambiamento tecnologico avrà grande spazio nel futuro della filiera, soprattutto per quanto riguarda l’elettrificazione e la digitalizzazione, ma solo se le aziende avranno un’agenda per la trasformazione. La sfida più grande, come afferma Andrea Marinoni, Senior Partner Roland Berger, “sarà lo sviluppo di moduli – tra cui software e sensori ADAS, infotainment, pacco batterie – attraverso nuove competenze e puntando all’innovazione radicale, favorita da un ecosistema attrattivo per investitori globali e dal contatto con il mondo delle start-up”. 

I numeri della filiera italiana automotive 

  • 5.529 imprese 
  • 274.000 addetti (diretti e indiretti), più del 7% degli occupati del settore manifatturiero italiano 
  • 105,9 miliardi di Euro di fatturato, pari all’11% del fatturato della manifattura in Italia e al 6,2% del PIL italiano 
  • 76,3 miliardi di Euro di prelievo fiscale sulla motorizzazione

 

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