Alla fine di aprile la Commissione europea ha avviato la prima investigazione ai sensi dell’International procurement instrument (Ipi), in risposta a pratiche nel mercato cinese degli appalti di dispositivi medici che discriminerebbero ingiustamente le imprese e i prodotti europei. Un’iniziativa che sottolinea il cambiamento del contesto internazionale e pone degli interrogativi rispetto al futuro delle supply chain globali e richiama la pianificazione strategica.

Uno strumento per il procurement internazionale

La Commissione europea ha avviato la prima investigazione ai sensi dell’International procurement instrument (Ipi), concepito per ripristinare l’equilibrio delle opportunità per le imprese dell’UE che partecipano a gare d’appalto al di fuori dell’Unione e promuovere un accesso aperto ed equo accesso ai mercati degli appalti pubblici in tutto il mondo, il cui obiettivo principale è incoraggiare l’apertura reciproca dei mercati. L’indagine è stata aperta in relazione a misure e pratiche nel mercato cinese che discriminerebbero le imprese e i prodotti europei. A proposito del meccanismo, il vicepresidente esecutivo e commissario al commercio dell’Ue Valdis Dombrovskis ha sottolineato come questo sia un potente meccanismo per sostenere le imprese europee in mercati meno aperti, che mira a promuovere l’apertura dei mercati degli appalti pubblici a livello mondiale.

“Stiamo avviando questa indagine con la Cina in modo da poter raggiungere condizioni di parità nei nostri mercati di approvvigionamento per i produttori di dispositivi medici, da entrambe le parti”, ha affermato Dombrovskis. “Purtroppo, le nostre ripetute discussioni con la Cina su questo argomento irritante per il commercio sono state infruttuose. Confidiamo che questa indagine dell’Ipi stimolerà il nostro dialogo e ci aiuterà a trovare soluzioni reciprocamente accettabili”. Nella nota della Commissione europea si afferma che la Cina imporrebbe condizioni per l’acquisto centralizzato di dispositivi medici che portano a offerte eccessivamente basse che non possono essere sostenute da aziende orientate al profitto come quelle europee.

Il contesto e le conseguenze

L’indagine si concluderà entro nove mesi e nel caso venisse rilevato un comportamento illegale la Cina potrebbe vedere limitato il suo accesso al mercato unico europeo. Secondo la Commissione, tra il 2015 e il 2023 le esportazioni cinesi di dispositivi medici verso l’Europa hanno registrato un’impennata di oltre il 100%, a dimostrazione dell’apertura complessiva dei mercati dell’Ue, ma ora la reciprocità sembra sia venuta meno. Secondo il sondaggio Global Planning Survey 2024 ripreso da Supply Chain Italy il 73% dei decision-maker in Italia ha iniziato a dedicarsi con maggiore impegno alla pianificazione in larga parte come conseguenza della guerra in Ucraina, della crisi del costo della vita e delle continue interruzioni della supply chain.

Per le aziende italiane in cima alla lista delle minacce ci sono la carenza di manodopera, gli attacchi cyber, le minacce dei canali logistici, l’interruzione di servizi cloud e IT e l’incertezza delle risorse a causa dell’aumento dei costi. Dal punto di vista delle imprese prendere decisioni che alimentano la crescita della propria organizzazione è un requisito fondamentale per i propri leader in un contesto che presenta queste molteplici preoccupazioni. Ma sono necessarie anche strategie che garantiscano operazioni sostenibili e resilienti in un mercato globale sempre più volatile.

Cinque fattori che segneranno il futuro della supply chain

A proposito di questo aspetto un recente articolo di Procurious sottolinea quali sono tutti i temi da considerare quando si parla di strategia all’interno della propria supply chain, specie in un contesto come quello in cui siamo immersi da qualche anno a questa parte, e in misura ancora maggiore nel 2024. Dei cinque punti analizzati il primo è relativo alle filiere integrate, in cui sempre più aziende creano alleanze all’insegna della semplificazione delle operazioni, della visibilità e dell’efficienza operativa, sfruttando le integrazioni con fornitori di logistica di terze parti e le tecnologie tramite Api e sistemi cloud. I big data aprono la strada a pratiche nuove e innovative e alla possibilità di raccogliere informazioni per la pianificazione. Ovviamente quest’ultimo aspetto è promosso dall’avvento dell’intelligenza artificiale, già integrata insieme all’automazione e all’apprendimento automatico nelle operazioni della catena di fornitura.

Anche la logistica verde continuerà ad essere un tema centrale per la crescente attenzione alla sostenibilità e a carburanti a emissioni ridotte, ma anche alimentata dall’aumento delle tasse sul carbonio e delle normative ambientali, come il Net zero industry act (Nzia) appena approvato. Un ultimo aspetto legato anch’esso alla sostenibilità è la circolarità, che riguarda l’identificazione di materiali riciclabili, ottimizzando i processi di ricondizionamento e reintegrandoli nel ciclo produttivo ma anche la pianificazione per evitare sprechi sin dalla produzione. Oggi la globalizzazione è soggetta a trasformazioni che derivano da più fenomeni tra loro interconnessi e simultanei e avere sotto controllo gli aspetti economici, sociali, politici e geopolitici di questi cambiamenti permetterà di migliorare le capacità strategiche e a cimentarsi con nuove normative legate alla catena di fornitura.