In uno scenario di incertezza si diffonde la consapevolezza di quanto sia importante investire in innovazione e sostenibilità nelle Pmi per rimanere competitivi. Parlando di catene di fornitura, gli investimenti sono strategici se vanno a beneficio anche di fornitori e stakeholder. Una ricerca di Software Advice sottolinea l’importanza degli investimenti tecnologici delle piccole e medie imprese per fortificare le supply chain globali.
Investimenti tecnologici nella rivoluzione digitale
L’adozione di nuovi modelli di business, software e sistemi che aiutano ad aumentare le entrate e l’efficienza è un aspetto fondamentale del procurement che richiede una nuova mentalità e la volontà di abbracciare il cambiamento. La vera trasformazione digitale per un’azienda non significa solo implementare nuovi strumenti digitali abbracciare un rinnovamento completo dell’azienda e dei dipartimenti, fino ai partner strategici e i fornitori.
Software Advice, una filiale di Gartner, ha raccolto i pensieri di 1.100 leader di gestione della catena di fornitura negli Stati Uniti, in Australia, Regno Unito, Francia e Germania. I risultati della ricerca, ripresi da Supply chian digital, rileva che gli investimenti nella tecnologia si stanno rivelando cruciali in questi paesi nell’aiutare le Pmi a rafforzare le proprie catene di fornitura. Questo perché innovando in queste aziende, che spesso riforniscono anche quelle più grandi, viene portato un beneficio all’intero ecosistema.
Il nodo piccole e medie imprese
Il rapporto Cerved PMI 2023 analizza le piccole e medie imprese italiane, definite in base alla classificazione della Commissione Europea che considera i criteri di fatturato, attivo e “dipendenti. “In base agli ultimi bilanci disponibili, soddisfano i requisiti di Pmi 163.794 società. Di queste, 134.264 sono piccole imprese e 29.530 sono medie aziende. Le Pmi rappresentano il 18,3% delle imprese che hanno depositato un bilancio valido e impiegano 4,7 milioni di addetti”, si legge nel report. “Il giro d’affari generato dalle piccole e medie imprese italiane è superiore ai 900 miliardi di euro, il valore aggiunto prodotto è pari a 210 miliardi di euro e l’esposizione verso gli istituti di credito ammonta a oltre 200 miliardi di euro”. Non un contributo indifferente.
“[L]a governance, le pratiche manageriali, il grado di innovazione, la capacità di intercettare politiche di sostegno pubblico o di aggiudicarsi contratti pubblici per diversificare e ampliare il mercato acquisiscono notevole rilevanza per differenziare gli andamenti di Pmi con caratteristiche simili sul piano dimensionale e settoriale”, si legge ancora nello studio. Infatti la capacità di radicarsi sul mercato è spesso associata alla presenza di determinati assetti di governance e pratiche manageriali e il maggior radicamento rispetto ai valori complessivi delle Pmi viene riscontrato “per le imprese a controllo familiare (57,9%), con quote di sopravvivenza ancora più alte in caso di presenza di un AD esterno (60,1%), ma anche tra le start-up innovative (51,4%), le imprese guidate da under 35 (52,2%) e, soprattutto, le aziende a forte impronta di leadership femminile”.
Rivoluzione dal basso?
Quella dell’innovazione nelle Pmi può essere considerata una “rivoluzione dal basso” che favorisce e viene favorita da chi risiede in posizioni di maggior controllo del mercato, a patto che ci sia un dialogo e una sorta di collaborazione. Secondo la ricerca di Software Advice nella gestione della supply chain almeno due leader su cinque segnalano una o più interruzioni legate a un attacco informatico nell’ultimo anno, rendendolo una delle principali preoccupazioni. Più della metà delle PMI ritiene che la sicurezza informatica avanzata sia fondamentale per il successo della propria azienda e questa voce risulta anche in cima alla lista per il tipo di tecnologia in cui intendono mantenere o aumentare gli investimenti nel corso del 2024, seguito dall’intelligenza artificiale.
Oltre alla tecnologia, Software Advice consiglia alle Pmi di considerare di investire nella formazione dei dipendenti e di condurre valutazioni periodiche dei rischi per identificare potenziali vulnerabilità. Tra queste imprese un dato rilevante è che aumenta la consapevolezza di doversi avvalere di strumenti e soluzioni all’avanguardia, adatte alle dimensioni e in grado di soddisfare le esigenze specifiche delle Pmi. “[I]l 39% [dei leader della supply chain nelle piccole e medie imprese, ndr] riferisce di far parte di un gruppo di acquisto e un altro 26% prevede di aderirvi presto”, sottolinea ancora Software Advice. Un’altra strategia che sicuramente renderà più semplice negoziare prezzi e condizioni favorevoli con i fornitori, anche di soluzioni di e-procurement laddove non ce ne fossero di adeguate alle esigenze di realtà di medie e piccole dimensioni.