Nel rapporto Trade in Transition 2024 di Economist Impact, sponsorizzato da Dp World, il termine supply chain compare 149 volte (in un testo di 41 pagine). Ma la centralità della supply chain emerge anche nell’analisi dei processi tra just in time, diversificazione e consolidamento dei fornitori.
Just in case e just in time
Secondo il report le catene di fornitura just-in-time “rimangono inattive” e il modello di inventario just-in-case favorevole “è in fase di perfezionamento, poiché le aziende si sforzano di trovare il giusto equilibrio tra la costruzione della resilienza e la gestione dei costi”.
Nel 2023, le aziende hanno mantenuto 9,0 settimane di scorte, rispetto alle 10,1 del 2022 e alle 8,9 del 2021. Ciò segnala una leggera ricalibrazione probabilmente a causa dell’intensità di capitale alla base dell’aumento delle scorte. In particolare, il 34% dei dirigenti utilizza strumenti digitali per migliorare la gestione dell’inventario, la strategia principale per ridurre i costi della supply chain. Inoltre, il 35% ha utilizzato l’intelligenza artificiale per ottimizzare i livelli di inventario, sottolineando la crescente dipendenza dalle soluzioni tecnologiche.
Con le aziende che perdono circa 1,8 trilioni di dollari all’anno a causa di problemi di inventario, una gestione efficiente è fondamentale. Tuttavia, questo deve essere bilanciato con le strategie di resilienza aziendale, poiché un altro evento cigno nero potrebbe ostacolare ulteriormente le aziende con scorte significativamente ridotte.
Diversificazione vs consolidamento
Con le forze macroeconomiche globali che riconfigurano il sistema commerciale e le catene di fornitura, le aziende devono agire all’interno della dicotomia diversificazione/consolidamento. I risultati del sondaggio indicano una forte fiducia nella diversificazione durante la riconfigurazione, con il 44% dei dirigenti a livello globale che diversifica la propria base di fornitori. Ma questo cambiamento sta assumendo forme diverse. In risposta agli eventi geopolitici, il 36% dei leader aziendali globali afferma di dare priorità alla vicinanza valoriale, mentre il 32% sta creando catene di fornitura doppie, inclusa la strategia “Cina +1”. Ciò è particolarmente vero nell’Asia-Pacifico.
Il 47% dei dirigenti della regione sta diversificando la base di fornitori della propria azienda per isolarla dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina creando catene di fornitura parallele o espandendosi in mercati maggiormente neutrali. Indonesia, Malesia, Vietnam e Tailandia stanno già beneficiando di questo approccio. Nel 2024, le aziende continueranno a perseguire la crescita con il passaggio a nuovi mercati di esportazione con i dirigenti chiamati a elaborare strategie attende alle peculiarità regionali e settoriali.
Una strategia con meno fornitori
In termini di tendenze più ampie della catena di fornitura, il rapporto afferma che è in corso un’ondata di riconfigurazioni delle supply chain (abbiamo ampiamente parlato anche noi su queste pagine di ri-globalizzazione o slowbalization). Sembra che le aziende optino, come anticipato, per un minor numero di partnership con i fornitori.
Nel 2023 quasi la metà dei dirigenti ha favorito la diversificazione come strategia primaria della catena di fornitura e il 26% delle aziende ha scelto di lavorare con meno fornitori, in aumento del 16% rispetto al 2022. “Da un lato, poiché sempre più aziende adottano catene di fornitura doppie, aumenta la diversificazione dei fornitori”, afferma il rapporto. Tuttavia “le aziende focalizzate maggiormente sullo sviluppo delle capacità preferiscono lavorare con meno fornitori”. Questa tendenza verso un coinvolgimento semplificato dei fornitori è coerente in tutte le regioni e i settori, e riflette un’evoluzione strutturale nel 2024. Il rapporto conclude affermando che superare la fluttuazione dei costi, i deficit logistici e il cambiamento del comportamento dei consumatori rimane un aspetto essenziale del commercio contemporaneo.
La trasformazione del commercio globale ha elevato la gestione della supply chain da un’operazione dietro le quinte a una componente commerciale fondamentale nella nuova era della globalizzazione a rischio frammentazione. Di fronte alla convergenza di incertezze macroeconomiche, tensioni geopolitiche, impatti climatici e tecnologici, le strategie della catena di approvvigionamento devono essere integrate in strategie più ampie, reattive e personalizzate, bilanciando le considerazioni interne con il panorama diversificato e in evoluzione. Il rapporto Trade and Transition 2024, pur rilevando un contesto di difficoltà, chiude con ottimismo per la crescita delle esportazioni e delle importazioni e le potenzialità tecnologiche future