Le principali compagnie di navigazione hanno sospeso il transito nel punto critico di Bab al-Mandeb, dopo che i ripetuti attacchi dei militanti Houthi dello Yemen hanno minacciato di sconvolgere i flussi commerciali globali. Gli Stati Uniti hanno risposto creando una task force per la sicurezza nell’area in un contesto di guerra sempre più preoccupante.
I giganti sospesi dalla guerra
Lo spedizioniere danese A.P Moller-Maersk – che rappresenta il 15% del mercato globale del trasporto merci container – ha sospeso i viaggi che passano attraverso Bab al-Mandeb (da o verso il canale di Suez) fino a nuovo avviso. Maersk, il secondo più grande spedizioniere di container al mondo dopo MSC Mediterranean Shipping Company, movimenta più di un milione di container ogni mese su una flotta di circa 740 navi che trasportano in 121 paesi. La quota di Maersk nel mercato globale del trasporto marittimo di container è di circa il 15%. “Siamo profondamente preoccupati per l’aggravarsi della situazione della sicurezza nel Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden. I recenti attacchi alle navi commerciali nell’area sono allarmanti e rappresentano una minaccia significativa per la sicurezza e l’incolumità dei marittimi”, ha dichiarato Maersk in un comunicato.
Anche Hapag-Lloyd – che controlla il 7% del mercato dei container – ha sospeso il traffico attraverso il Mar Rosso almeno fino al 18 dicembre, dopo che una delle sue navi è stata attaccata dagli Houthi, scrive S&P Global Commodities, che rileva un aumento del rischio geopolitico nell’area. Anche MSC, la giapponese Ocean Network Express (ONE) e la francese CMA-CGM hanno annunciato che eviteranno o sospenderanno la circolazione nel Mar Rosso. Tra i principali player solo la cinese Cosco continuerà a navigare in quelle acque.
Riorientamento
Le sospensioni sono l'ultimo segnale che i principali noleggiatori di navi, che nelle ultime settimane hanno schierato guardie armate per salvaguardare il transito attraverso Bab al-Mandeb, stanno iniziando a riconsiderare l'utilizzo dello stretto attraverso il quale passa il 10% del petrolio globale trasportato via mare. Gli Houthi hanno minacciato di attaccare qualsiasi nave di proprietà israeliana o diretta verso uno dei porti del paese. Di conseguenza, tutte le navi commerciali sono state attaccate, dalle car carrier alle petroliere e alle rinfuse secche, comprese molte senza alcun collegamento evidente con il commercio israeliano.
L’intensificarsi degli attacchi potrebbe indurre alcune di loro a dirottare le navi verso il capo di Buona Speranza, con l’aggiunta quindi di sei giorni di navigazione ai transit time. Una situazione che potrebbe spingere alcuni importatori a decidere di deviare direttamente sulla modalità del trasporto per via aerea, con noli piuttosto elevati per quel che riguarda in particolare le spedizioni dalla Cina verso l’Europa. Le spedizioni totali di petrolio attraverso queste rotte hanno rappresentato circa il 12% del totale del petrolio trasportato via mare nella prima metà del 2023 e le spedizioni di gas naturale liquefatto (GNL) hanno rappresentato circa l'8% del commercio mondiale di Gnl, secondo l'Energy Information Administration degli Stati Uniti.
Prospettive e possibili costi
Per il Canale di Suez transita circa il 10% delle merci mondiali. Il passaggio era stato bloccato già due anni fa quando un'imbarcazione, la taiwanese Ever Given, si era incagliata in diagonale impedendo la navigazione. Ciò che accade tra Suez e Bab el-Mandeb incide quindi ancora una volta sul commercio internazionale e sui prezzi dei beni, oltre, in questo caso, sugli aumenti di migliaia di dollari dei costi delle assicurazioni. Gli Stati Uniti hanno promosso l'operazione Prospetity Guardian per mettere in sicurezza l'area, a cui a aderito anche l'Italia. Se non si arriverà a una descalation nell’area si apriranno probabilmente delle alternative. Oltre a un riorientamento verso il Capo di buona speranza l’ipotesi è quella di investire in vie terrestri. Una strada difficilmente percorribile nel breve periodo e che rispetto al mare presenta sfide non indifferenti.