L’arrivo del coronavirus ha generato un’ondata di incertezza e di necessità di ripensare. Anche la moda, come del resto tutti i settori, sta vivendo un momento di crisi. Ma alcuni hanno deciso di non fermarsi ma anzi di lavorare ancora di più. Negli ultimi giorni, oltre alle ingenti donazioni da parte di grandi brand come Armani, Etro e Dolce&Gabbana – per citarne alcuni – le aziende del settore hanno dimostrato di sapersi reinventare.

Prada e Gucci

All’emergenza Coronavirus rispondono anche Gucci e Prada, in particolare all’appello lanciato dalla Regione Toscana. Gucci nello specifico si sta occupando della produzione di 1.100.000 mascherine e 55.000 camici mentre Prada ha avviato dal 18 marzo il confezionamento di 80.000 camici e 110.000 mascherine nel suo stabilimento Prada Montone a Perugia.

Miroglio e Artemisia

Il gruppo tessile di Alba, in risposta all’appello della Regione Piemonte, ha avviato la produzione di mascherine e in attesa del decreto “Cura Italia” ha creato dei prototipi, giudicati idonei dall’unità di crisi di Torino. La produzione dovrebbe arrivare a toccare i 600mila pezzi in due settimane.

Artemisia, l’azienda tessile di Castel Goffredo ha deciso anche’essa di iniziare a produrre mascherine. Se in un primo momento si era mostrata titubante perché non in grado di produrre in tempi brevi prodotti certificati come dispositivi medici. Ma l’allarme dell’ospedale di Mantova gli ha fatto cambiare idea tanto che ogni giorno arriva a produrne 10mila, se non di più.

Montrasio Italia

É il caso dell’azienda tessile brianzola che si è riconvertita e nel giro di tre settimane ha cambiato la propria produzione. Si tratta di Montrasio Italia che si occupa della lavorazione del tessuto non tessuto nel campo della pulizia domestica, professionale e medicale. Il tutto è cominciato con la consapevolezza che per un prodotto come le mascherine non si poteva più dipendere dalla Cina ma era necessario produrlo internamente. Nasce così la mascherina antibatterica made in Brianza “L’unico Originale” che da fine gennaio è diventato il centro della produzione della Montrasio Italia: un prodotto tutto italiano, indipendente dall’esportazione cinese e che ha superato i test per la certificazione antibatterica – filtra fino al 98% dei batteri. 

I macchinari esistenti sono stati adattati alle nuove esigenze e sono state create 9 linee di produzione. I dipendenti, su turno, ogni giorno dalle 7 alle 19 producono 1 milione di mascherine al giorno. I titolari di Montrasio Italia hanno confermato inoltre che prevedono nuove assunzioni per non lasciare indietro la propria produzione, ancora core business dell’azienda. La mascherina è più grande del 50% rispetto a quelle chirurgiche e perfettamente aderenti al viso grazie a due aperture all’altezza delle orecchie al posto degli elastici. Un esempio eccellente di riconversione.

L’unione Mantero-Ratti per la filiera della seta

I due grandi nomi della seta Mantero e Ratti il 9 marzo hanno deciso di unirsi per affrontare insieme il Coronavirus. Entrambe hanno ripensato il proprio modo di lavorare e hanno scelto di collaborare in sinergia per mantenere attiva la produzione e garantire la qualità del servizio. In sostanza, in caso di necessità Mantero e Ratti sono disposte a condividere prodotti e materiali e rendersi back-up produttivo l’una dell’altra in base ai carichi di lavoro e prendere una linea decisionale comune a tutela dell’attività produttiva. 

Le due aziende hanno inoltre precisato che tutte le realtà della filiera possono unirsi alla loro alleanza. La scelta di tale unione è motivata dalla volontà di dimostrare che un distretto forte e unito può continuare a garantire la continuità della filiera e preservare i posti di lavoro. 

Confindustria Moda

Confindustria Moda ha lanciato tramite Pwc una campagna per raccogliere le candidature delle aziende del tessile-moda per la produzione di tessuto non tessuto idrorepellente e per la confezione di mascherine, camici e calzari.