Curare la diversità dei fornitori si sta trasformando in un elemento cruciale per il successo aziendale. Questo approccio mira a utilizzare la diversità per acquisire nuovi partner e migliorare la competitività della supply chain, supportato da una maggiore attenzione anche alla qualità dei dati.

Nuovi focus sulla diversità dei fornitori

La diversità dei fornitori era vista in passato come un “controllo” o un elemento culturale mentre oggi è diventata fondamentale per il business e riceve più visibilità che mai nella gestione esecutiva. Non sono solo i Ceo a prestare attenzione, ma diversi leader stanno coinvolgendo gli stakeholder di varie linee di business e identificando modi per aggiungere valore, tra cui concludere nuovi affari. Quasi la metà di tutti i leader utilizza la diversità dei fornitori per acquisire nuovi business e rispondere alle RFP.

I brand ne traggono beneficio quando sia le aziende che i consumatori adottano decisioni in linea con i propri valori. La competitività della supply chain sembra quindi dipendere sempre più da fornitori più locali, piccoli, diversi e agili. Quest’anno la ricerca di Supplier.io che si occupa di analizzare i dati in merito non si è limitata a chiedere di cultura, competitività e brand ma ha anche chiesto specificamente di nuovi business e ottenimento di RFP. Sebbene la maggior parte delle categorie sia rimasta statisticamente invariata rispetto ai dati passati, quasi la metà dei leader che si occupa di gestire la diversità dei fornitori sta utilizzando i propri programmi ottenendo importanti risultati nell’ampliare i volumi di affari.

L’evoluzione nell’uso dei dati

I dati sono sempre stati fondamentali ma molti leader stanno ora passando dalla semplice misurazione della spesa alla dimostrazione del valore e dell’impatto. Una maggiore pressione aziendale spinge verso la necessità di risultati comprovati e mentre la maggior parte delle organizzazioni ha iniziato a stabilire una solida base della spesa diretta (Tier 1) con fornitori piccoli e diversi, molte stanno cercando ulteriori fonti di dati e opportunità di crescita. Un aspetto affascinante del report di quest’anno è l’uso di dati aggiuntivi da parte dei leader per misurare e monitorare i propri programmi, che non riguardano solo le metriche di spesa, ma la quantifica del valore, come le vittorie nelle RFP e l’impatto economico, e i risparmi sui costi.

Per sostenere questa crescita, più organizzazioni si rivolgono a fonti di dati di terze parti affidabili, perché con una maggiore fiducia nei dati cresce anche la disponibilità a condividere i risultati pubblicamente. Con l’aumento dell’attenzione sui dati, i leader stanno modificando il modo in cui riportano informazioni su fornitori auto-certificati, spostandosi verso una maggiore attenzione al valore e all’impatto. Negli ultimi anni c’è stato un notevole aumento nel numero di aziende che effettuano analisi di impatto economico, dal 10% circa dello scorso anno al 37% di quest’anno. Inoltre, oltre il 60% delle organizzazioni si sta rivolgendo a fornitori di dati di terze parti più affidabili per monitorare lo stato e la certificazione della diversità dei fornitori.

Crescita e impatti positivi sui fornitori

Le aziende richiedono di più dai loro team che gestiscono la diversità dei fornitori, chiedendo di espandere le operazioni all’estero e di collaborare con i partner Esg per misurare la diversità e la sostenibilità delle catene di approvvigionamento. Quest’anno, i leader stanno intensificando ulteriormente i loro impatti positivi sul business e ampliando l’influenza dei loro programmi alla ricerca di opportunità di crescita che vede la diversità come un valore aggiunto (circa il 60% degli intervistati) piuttosto che un semplice costo etico.

I professionisti della diversità dei fornitori stanno trascorrendo più tempo con i leader aziendali, migliorando i loro dati e sistemi e identificando campioni chiave all’interno dell’organizzazione, provenienti da vendite, marketing e affari governativi. La relazione tra i leader della diversità dei fornitori e quelli Esg continua a crescere anche se, sebbene molte organizzazioni abbiano sognato di espandere i loro programmi a livello globale, le preoccupazioni su certificazioni e fornitori limitati perdurano. Il 27% degli intervistati prevede piani di espansione globale nei prossimi uno o due anni e circa i due terzi dei leader della diversità dei fornitori segnalano un coinvolgimento attivo con i loro colleghi aziendali, rispetto al solo 40% dei Cpo, evidenziando l’importanza crescente dell’impatto aziendale rispetto al semplice ruolo di approvvigionamento.

5 percorsi per il successo

Il report identifica cinque percorsi chiave per il successo. Questi riguardano la necessità di dimostrare gli impatti positivi andando oltre l’approvvigionamento, dedicando tempo agli stakeholder aziendali e trovando campioni che promuovano il valore del proprio programma. Inoltre, coinvolgendo gli sponsor esecutivi continuando al contempo a interagire con i leader senior, permette di assicurarsi che comprendano come il programma si allinea con le strategie e gli obiettivi aziendali chiave.

Investire nella qualità dei dati e negli strumenti, garantendo che le informazioni siano affidabili e in grado di resistere a un’analisi approfondita, è essenziale per iniziare a considerare punti di dati aggiuntivi per dimostrare il valore. Collaborare con i leader Esg per una maggiore visibilità nella catena di approvvigionamento è il quarto aspetto fondamentale e, infine, è importante la pianificazione della crescita attraverso fornitori di secondo livello o una più puntuale espansione geografica.