Il Chief Economists Outlook di settembre 2024 del World Economic Forum evidenzia una stabilizzazione dell’economia globale, ma con vulnerabilità persistenti, come un debito pubblico elevato e incertezze politiche. Le previsioni indicano una crescita lenta e selettività dei consumatori, mentre i costi di spedizione rimangono superiori rispetto ai livelli pre-pandemia, nonostante una recente diminuzione.

La situazione economica attuale secondo il World Economic Forum

Il Chief Economists Outlook di settembre 2024 analizza le tendenze chiave dell’economia globale, offrendo aggiornamenti su crescita, inflazione, politiche monetarie e fiscali, le implicazioni dei livelli elevati di debito pubblico e le possibilità di una nuova agenda di crescita. Questo rapporto, pubblicato tre volte l’anno, si basa sulle opinioni di economisti di spicco e suggerisce che il 54% degli intervistati prevede che le condizioni economiche globali rimarranno invariate nel prossimo anno, mentre il 37% si aspetta un indebolimento. Samy Chaar, di Bank Lombard Odier, afferma che “l’economia globale sta normalizzandosi verso livelli di crescita tendenziale entro il 2025,” con un ciclo di riduzione dei tassi d’interesse negli Stati Uniti che potrebbe avviarsi se il mercato del lavoro mostra segni di debolezza.

Nonostante le vulnerabilità persistenti, il panorama economico sembra stabilizzarsi, ma a livelli molto deboli. Ludovic Subran di Allianz sottolinea che “l’inflazione in calo è un grande vantaggio,” suggerendo che la normalizzazione delle politiche monetarie e delle catene di approvvigionamento sta avvenendo senza troppi disordini. Tuttavia, la debolezza economica, aggravata dalla volatilità politica, rappresenta una minaccia per il futuro. Eralp Denktas di Eczacıbaşı Holding avverte che “la ripresa è su un percorso accidentato e ci sono molte incertezze all’orizzonte,” mentre Paul Gruenwald di S&P Global prevede una crescita debole negli Stati Uniti, sotto il 2%, e un graduale recupero per l’Europa. In conclusione, per affrontare una nuova agenda di crescita, sarà cruciale raggiungere un consenso politico e promuovere la collaborazione internazionale, bilanciando qualità e quantità della crescita economica.

I problemi legati alla supply chain nella stagione di punta

All’interno di questa congiuntura nell’economia globale, l’industria della supply chain sta analizzando i dati e formulando previsioni per la stagione di punta del 2024. Sebbene si preveda che questa stagione sarà leggermente più forte rispetto al 2023, la situazione rimane incerta, poiché chi ha saputo adattarsi rapidamente potrebbe trarre i maggiori benefici. Al momento, gli importatori stanno valutando le loro opzioni: il flusso di inventario sta riprendendo lentamente, con luglio che si è rivelato il mese più forte finora, anche se non si è ancora tornati ai livelli dell’anno precedente. Con l’aumento dei volumi, si osserva una maggiore selettività da parte dei consumatori, che preferiscono beni essenziali e sono più sensibili ai prezzi, scegliendo talvolta di rinunciare alla comodità di una spedizione più rapida in cambio di costi inferiori.

Il mercato dei trasporti marittimi continua a essere instabile, influenzando la stagione di punta in vari modi. Si prevede un ulteriore spostamento dei volumi verso i porti della costa occidentale degli Stati Uniti a causa di potenziali scioperi sulla costa orientale. Sebbene ci sia stata una ripresa delle condizioni operative nel Canale di Panama, la congestione nei porti asiatici ed europei continua a creare problemi, con carenze di container e costi elevati per le spedizioni. Inoltre, la stagione di shopping natalizio si è accorciata, passando da 31 a 26 giorni, il che potrebbe influenzare il comportamento d’acquisto. È fondamentale che le aziende rimangano flessibili e comunicative con i partner della supply chain, attuando piani promozionali precoci per affrontare le sfide e prepararsi adeguatamente a un periodo cruciale per le vendite al dettaglio.

I recenti valori dei costi per le spedizioni

L’indice composito di Drewry per il costo di spedizione di un container da 40 piedi si attesta attualmente a 3.691 dollari, un valore che rappresenta una diminuzione del 64% rispetto al picco raggiunto durante la pandemia, pari a 10.377 dollari nel settembre 2021. Tuttavia, questo valore è comunque superiore del 160% rispetto alla media pre-pandemia del 2019, che era di 1.420 dollari. Dall’inizio dell’anno, il costo medio di spedizione si è fissato a 4.113 dollari per container, risultando 1.288 dollari più alto rispetto alla media decennale di 2.825 dollari, un dato che è stato influenzato dai tassi eccezionalmente elevati del periodo 2020-2022.

Negli ultimi tempi, le tariffe di spedizione sono diminuite in varie rotte, come quella da Shanghai a Genova, che ha visto un calo del 15% a 4.212 dollari per container. Analoghi ribassi sono stati registrati anche per le rotte verso Rotterdam e New York. Al contrario, i costi di spedizione tra New York e Rotterdam sono aumentati leggermente. Secondo Drewry, si prevede una continua diminuzione dei tassi per le rotte dall’Asia all’Europa a causa di una domanda più debole, mentre i costi per le rotte transatlantiche e transpacifiche potrebbero aumentare, complici possibili scioperi e l’impatto della festività della Golden Week in Cina.