Nel gennaio 2022, nel pieno della crisi della catena di approvvigionamento gli economisti della Federal Reserve di New York hanno presentato il nuovo barometro per misurare le ricadute dell’inflazione, chiamato Global Supply Chain Pressure Index (GSCPI).
Il GSCPI misura le deviazioni standard dalla media storica. Ha raggiunto il picco di 4,31 deviazioni standard nel dicembre 2021, un evento considerato possibile una volta in un secolo e che ha messo in difficoltà il commercio globale. Da allora i valori sono calati in modo quasi costante con rialzi nell’aprile e tra ottobre e novembre 2022.
Ritorno alla normalità
Secondo gli ultimi rilevamenti siamo assistendo a un sostanziale ritorno alla normalità. La Fed di New York ha riferito che la lettura dell’indice di febbraio non ha registrato solo un calo, ma ha raggiunto un valore negativo rispetto alla media storica. Un valore -0,26 deviazioni standard. “I recenti movimenti del GSCPI suggeriscono che le condizioni della catena di approvvigionamento globale sono tornate alla normalità”, ha affermato la Fed.
Le pressioni della catena di approvvigionamento scendono ai minimi da prima della pandemia di COVID-19, a rappresentare una fase di sostanziale miglioramento e superamento delle carenze, dai microchip ai veicoli a motore, che in questi anni hanno invaso il dibattito pubblico.
Figura 1. Il livello del GSCPI sceso ai livelli pre-pandemia. Fonte: Federal Reserve di New York.
Implicazioni del ritorno alla normalità e altri indicatori
Le pressioni hanno contribuito notevolmente all’elevata inflazione osservata in tutto il mondo negli ultimi anni. Gli ultimi dati suggeriscono che un momento più facile di spostamento merci in tutto il mondo potrebbe aiutare a ridurre le pressioni sui prezzi. In uno sviluppo probabile di indebolimento dell’inflazione, la svolta di febbraio è stata la prima rilevazione negativa da agosto 2019. I colli di bottiglia che hanno perseguitato l’economia globale per circa tre anni sembrano finalmente risolti, con gli ultimi miglioramenti che si sono verificati dopo che la Cina ha posto fine alle restrizioni COVID alla fine dello scorso anno.
Il rapporto della Fed di New York arriva in mezzo a un importante cambiamento nelle dinamiche della catena di approvvigionamento, mentre la Cina riapre la sua economia dopo lunghi periodi di lockdown aggressivi. Gli economisti e i responsabili politici hanno discusso se il reimpegno della Cina farà aumentare le pressioni inflazionistiche a causa della maggiore attività economica o le ridurrà, riducendo conseguentemente i nodi che le catene di approvvigionamento hanno sofferto negli ultimi tre anni. Nel rapporto, la Fed di New York ha affermato che l’ultima riduzione delle pressioni della catena di approvvigionamento è stata guidata da molti fattori, ma ha notato che il maggior contributo è venuto dal miglioramento dei tempi di consegna dell’economia europea.
In un post sul blog del 21 febbraio, gli economisti della Fed di New York hanno scritto che sia le forze dell’offerta che quelle della domanda hanno contribuito ad allentare le pressioni della catena di approvvigionamento. A una conferenza delle Camere di commercio elleniche e norvegesi a gennaio, Casey O’Brien, consulente aziendale di Amazon, ha affermato che “l’idea che siamo tornati alla normalità nella catena di approvvigionamento è ottimistica. Non so se siamo tornati alla normalità, anche se sicuramente quella è la direzione”. Altri indicatori relativi alle spedizioni confermano un movimento verso condizioni normalizzate della catena di approvvigionamento, ma non ancora un completo ritorno alla normalità con indici più alti dei livelli pre-pandemia.