Con l’espressione “Industry 4.0” si identifica in generale un nuovo paradigma di gestione del business che sempre più sta guadagnando spazio tra le aziende e sui mercati finanziari, incentrato sull’introduzione delle nuove tecnologie all’interno delle strutture aziendali e come tale guardato con molta attenzione da parte dei manager e società provenienti da tutta il mondo. In effetti le futuristiche tecnologie sviluppate negli ultimi anni sono state in grado di rivoluzionare letteralmente il mondo delle grandi aziende, e oggi più che mai permettono la completa connessione e integrazione tra tutti i fattori che concorrono alla creazione di valore all’interno di una realtà industriale. Insomma la digitalizzazione rappresenta in questo senso davvero il futuro, e per rendersene conto basta pensare ai vantaggi che una gestione informatica di questo tipo potrebbe apportare: già oggi alcune realtà sono in grado di far comunicare tra loro macchine e dispositivi, di supportare online i processi aziendali interni ed esterni, di realizzare interconnessioni trasparenti e automatizzate tra le varie parti che compongono la Supply Chain o di ottimizzare il flusso di dati e la loro gestione, ma nei prossimi anni si potrebbero raggiungere benefici anche maggiori in tutti i comparti della produzione.

Industry 4.0

Insomma la parola chiave rimane come sempre innovazione, ma in questo caso si tratta di un processo tanto interessante e potenzialmente redditizio quanto complesso da realizzare: la volontà di cambiamento in questo senso è tuttavia forte in Europa e nel Belpaese: il piano di Industry 4.0 infatti rientra tra le linee guida di sviluppo strategico industriale a livello nazionale previste dal Governo, il quale fino al 2020 favorirà tutte le aziende su suolo italiano che investano nelle nuove tecnologie tramite incentivi fiscali e ammortizzazioni dei costi. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat infatti al momento la produzione industriale italiana è in crescita del 2,6% da inizio 2017, e ha registrato variazioni congiunturali positive che in particolare da luglio lasciano spazio a un ottimismo che da anni mancava al mondo delle aziende. Insomma le condizioni per questa tanto attesa rivoluzione digitale sembrano esserci, perlomeno questo emerge dai trend di mercato e dalle stesse parole del Ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, primo sostenitore del piano Industry 4.0, che di recente ha così commentato i dati Istat: “Confermano l’efficacia della scelta di eliminare gli incentivi inefficaci introducendo delle agevolazioni fiscali automatiche e non collegate a una specifica dimensione o settore industriale”, e sottolinea la necessità di “concentrare risorse a beneficio delle imprese che producono e creano lavoro”.

Sia il Ministro Calenda che l’Istat dunque concordano sul ruolo fondamentale che il Piano Nazionale per l’Industria 4.0 assume per il nostro Paese, in quanto si presenta di fatto come uno strumento di stimolo e innovazione tecnologica per sostenere le imprese italiane nei loro investimenti. Inoltre adottare il paradigma Industry 4.0 si traduce anche nell’introduzione di nuove competenze e nello sviluppo di metodologie di lavoro in grado di ottimizzare, velocizzare e rendere più efficienti tutti i passaggi aziendali, un mantra che come noto a tutti i Cpo, Ceo e manager d’Italia incarna il percorso che porterà le aziende italiane nel futuro del management attraverso la futuristica gestione digitale dei processi aziendali.