Supply chain lunghe e globali pongono il problema della tracciabilità e della trasparenza. Da dove provengono i materiali, dove vengono assemblati e quali sono gli impatti sull’ambiente? Senza dimenticare, le condizioni di lavoro e i salari.
Catena lunghe e frammentate non permettono ai brand di avere una panoramica su tutti gli step della filiera. Questo genera confusione riguardo alla ricostruzione della storia dei prodotti, luoghi di assemblaggio e condizioni di lavoro.
Il problema della mancata tracciabilità ormai è un’urgenza alla quale si deve rispondere: i consumatori stanno sviluppando una consapevolezza maggiore sulla questione “moda-sostenibile”.
Sistemi di tracciabilità e trasparenza per la filiera
L’Unece, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, ha sviluppato uno studio preparatorio Textile4Sdg12 dal titolo “Transparency in textile value chains in relation to the environmental, social and human health impacts of parts, components and production processes” nel quale ha sottolineato il bisogno di un settore dell’abbigliamento più tracciabile e trasparente.
L’ampiezza e la complessità delle filiere tessili impedisce alle aziende di raccogliere tutte le informazioni su fonti e rischi nel loro settore. Per questo motivo negli ultimi anni la tecnologia ha rappresentato un alleato decisivo. Tra i plus di quest’ultima spiccano la riduzione dei costi e dati più affidabili.
Come la tecnologia favorisce la tracciabilità
Strumenti di valutazione da utilizzare in tutta la catena di approvvigionamento
Invece di condurre audit in loco o di terze parti, le aziende possono ora tenere traccia dei dati sulla conformità o sull’occupazione utilizzando i dispositivi mobili. LaborLink, LaborVoices e altri fornitori di servizi offrono sondaggi riservati perfabbrica, azienda agricola e altri dipendenti a livello di fornitore. Rispetto ai tradizionali servizi di audit di terze parti, i sondaggi basati su SMS offrono i vantaggi di dati in tempo reale, riservatezza e costi ridotti. Unilever utilizza la tecnologia per tracciare, in tempo reale, quanto i suoi fornitori si conformino al codice di agricoltura sostenibile.
Gestione dei KPI interni con i dati di fornitori esterni
Molte aziende sottoscrivono servizi di due diligence attraverso società come Dun & Bradstreet, MapleCroft o LexisNexis, che hanno accesso a banche dati con informazioni su imprese e privati. Nuovi strumenti da aziende come Aravo, Hiperos e SourceMap fanno un passo avanti integrando fonti di informazione esterne con KPI interni o indicatori di rischio. Alcuni strumenti integrano persino i social, metriche ambientali e di conformità, aiutando le aziende a visualizzare, anticipare e prevenire rischi a livello di fornitore.
Tracciabilità dei singoli prodotti
Alcuni settori stanno iniziando a rintracciare i prodotti dal produttore al consumatore finale per aiutare a confermare la qualità e prevenire le frodi. Ad esempio, in alcune aziende farmaceutiche stanno adottando nuovi approcci introdotti dalle start-up tecnologiche, come stampare ogni pillola con un codice che può essere inviato a un numero di telefono centrale per verificarne l’integrità. Altre società hanno sviluppato tecnologie per incorporare in pillole impronte digitali a infrarossi. Queste tecnologie stanno aiutando le aziende farmaceutiche a rispondere alle normative sulla sicurezza dei prodotti, limitare costose contraffazioni e fornire ai clienti un maggior senso di sicurezza.
Trasparenza per informare e coinvolgere l’utente finale
Alcune aziende offrono volontariamente e pubblicamente ai consumatori la trasparenza delle loro catene di approvvigionamento. Un produttore di abbigliamento, IceBreaker, fornisce a “codice a barre” con ogni prodotto, che consente ai clienti di tracciare la lana merino del capo fino alla fonte, ovvero l’allevamento di pecore dove è stata prodotta la lana.
L’alternativa della Blockchain
Questo libro mastro condiviso può aiutare identificare tutti i punti lungo la catena di approvvigionamento. La blockchain può essere applicata all’industria dell’abbigliamento per aiutare a garantire la tracciabilità dell’ origine dei prodotti. Inoltre è possibile accedere ai livelli di inventario in tempo reale e sapere da dove provengono le materie prime. Il suo uso, per di più, non è limitato solo a prodotti e servizi, ma anche per rintracciare il personale lungo la catena attraverso le loro qualifiche. La possibilità di ottenere dati in tempo reale sui dipendenti, facilita la capacità delle aziende di identificare quali e dove sono i punti deboli e risolverli.
In aggiunta, la creazione di un formato di metadati SKU specifico per l’industria tessile può essere introdotto come mezzo per conservare:
- le informazioni;
- origine e modifiche del prodotto;
- variazioni dei prezzi
- codici di dimensionamento
- certificazioni
- informazione aggiuntiva necessaria per tracciare i capi all’interno del settore.
Il MiSE punta sulla blockchain per il tessile
Anche il Ministero dello Sviluppo Economico scommette sulla blockchain con un progetto pilota presentato a marzo 2019. Il MiSE ha spiegato il progetto affermando che ” la tracciabilità di questa filiera, grazie all’utilizzo della tecnologia Blockchain, può contribuire a tutelare il prodotto Made in Italy, certificandone l’effettiva realizzazione in Italia. Ciò concorre ad accrescere la fiducia del consumatore, creando inoltre condizioni di trasparenza, di garanzia per l’occupazione e di tutela ambientale”. Il documento presentato dal MiSE dimostra che la tracciaiblità è riconosciuta come esigenza ma che gran parte della filiera del tessile non abbia mai investito. La blockchain sarebbe a malapena conosciuta e considerata una possibile soluzione. Solo il 5,3% delle aziende intervistate ne ha avuto una qualche forma di conoscenza diretta e approfondita.
Il progetto per l’industria del tessile può essere un banco di prova, in grado di restituire risposte importanti sull’applicabilità futura di questo tipo di soluzione.