Si parla da molto tempo di come la funzione procurement in azienda abbia assunto, nel corso degli anni, un valore via via più importante, da centro di costi e di supporto a pedina fondamentale nella strategia di gioco.  Quello a cui si auspica è che gli acquisti passino da negoziatori a consulenti e agenti del cambiamento.  Per ottenere la fiducia è necessario che gli acquisti “aggiornino” il proprio marchio interno, dimostrino una proposta di valore più strategica e contribuiscano al valore in settori che vanno oltre la riduzione dei costi, come il costo totale di proprietà (TCO), la gestione della domanda e la gestione del valore. “Shifting the dial in procurement”, un report di Mckinsey di qualche mese fa, evidezia come gli acquisti  si trovino coinvolti in un nuovo scenario di cambiamenti, dalla digitalizzazione dei processi all’automazione, dagli analytics e più in generale all’innovazione tecnologica. Tutto ciò diventa uno strumento di supporto per  il cambiamento del proprio modus operandi e per l’aumento della sua influenza interna.

Già in passato (qui) avevamo elencato alcuni consigli per dimostrare attivamente il nuovo ruolo del procurement. Tra questi sicuramente spiccavano: avere un approccio proattivo nella comprensione del proprio compito, guidare e gestire nel modo più corretto i costi, fare affidamento su processi automatizzati standardizzati, gestire in modo nuovo i fornitori tramite un’analisi dettagliata e tradurre in azioni concrete i dati raccolti. Ma la ricerca non si ferma qui e vogliamo condividere con la community altre 5 strategie per dimostrare di essere un procurement che vale. Secondo il magazine online Supply chain digital, gli acquisti hanno competenze ampie che vanno oltre il semplice acquisto di beni e servizi. Ad allungare la lista delle task della funzione hanno riportato anche la definizione dei requisiti, la ricerca di mercato e la valutazione dei fornitori, nonché la negoziazione dei contratti e la gestione del rischio.

5 cose da fare per dimostrae il valore del procurement

  • Tagliare i costi

Ridurre i costi senza intaccare i profitti. Una buona strategia di approvvigionamento da fornitori idonei è un ottimo punto di partenza per ridurre i costi in uscita e i rischi. Fondamentale sarà possedere dati affidabili e informazioni corrette sui fornitori.

  • Guidare il processo di innovazione

Il procurement ha la possibilità e prerogativa di scegliere con chi lavorare e la propensione verso un fornitore e/o l’altro influenza e definisce la catena di fornitura per tutta l’organizzazione. Il giusto fornitore potrebbe collocare l’azienda in una posizione di rilievo.

  • Fare affidamento su dati corretti

Raccogliere troppi dati non assicura che le decisioni che ne derivano siano quelle più corrette. L’obiettivo principale dovrebbe essere quello di avere dati di alta qualità che riflettano correttamente l’intero andamento della supply chain, dallo sviluppo del prodotto alla consegna e previsioni, in modo da creare insight utili per i tuoi scopi.

  • Crescere in altri mercati

Puntare lo sguardo verso mercati inesplorati per trovare nuove opportunità e aziende che vogliono innovarsi e svilupparsi. Tutto questo però richiede molta ricerca e conoscenza.

  • Contribuire alla CSR (Corporate Social Responsability)

La responsabilità sociale d’impresa è un tema sempre più centrale per le aziende che vogliono dimostrare il proprio vantaggio competitivo e mantenere una buona reputazione. Non essere conformi agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, per esempio, potrebbe essere un duro colpo da gestire. I professionisti del procurement anche in questo caso possono fare un passo avanti in questo campo e mettere in luce il loro valore per il business.

 

A che punto è la tua azienda? Pensi di creare valore?