L’Europa sta lottando per contenere una crisi energetica che non si vedeva dagli shock petroliferi degli anni ’70 e che potrebbe portare a blackout continui, fabbriche chiuse e contribuire a una profonda recessione. La crisi del gas ha messo anche in luce l’incapacità di attuare serie politiche di lungo periodo volte a diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. L’attuale crisi sembra destinata a lasciarsi alle spalle un sistema radicalmente diverso, ma come sarà quel sistema rimane una questione aperta. In questo speciale proveremo a indagare le cause di questo stato di cose, i motivi della volatilità dei prezzi, gli effetti su aziende e funzione procurement, supply chain e logistica, e le contromisure adottate per rispondere alla crisi.
Le principali cause
Lo stress del mercato europeo deriva soprattutto da tre shock che riguardano investimenti insufficienti, l’eccessiva esposizione esterna e fattori congiunturali negativi. «Le origini della crisi attuale possono dirsi politiche e geopolitiche, in particolare relative alla situazione tra Russia e Ucraina», afferma Roberto Napoli, professore emerito di Sistemi elettrici del Politecnico di Torino. «Ma queste origini si innescano su un panorama italiano che è viziato da una debolezza strutturale: un mix energetico inadatto. Abbiamo privilegiato l’acquisto a breve termine di beni a prezzi inferiori senza una visione a medio e lungo termine. Quindi adesso ne paghiamo le conseguenze e bisogna correre ai ripari».
- Investimenti insufficienti
La prima problematica è relativa ad anni di investimenti insufficienti rispetto agli obiettivi climatici che molti stati si sono posti, del tutto incompatibili con gli attuali livelli di domanda. La politica pubblica non ha accelerato sufficientemente l’impiego di fonti alternative di energia pulita e la riduzione della domanda dei combustibili fossili, provocando un profondo squilibrio tra domanda e offerta di energia nel contesto del rimbalzo della domanda globale di energia dopo il picco della crisi COVID-19. Tutti i mercati dei carburanti in praticamente tutti gli angoli del mondo stanno sperimentando scarse forniture e prezzi elevati.
- Eccessiva dipendenza
Anche prima che invadesse l’Ucraina il 24 febbraio 2022, la Russia stava manipolando il mercato del gas naturale europeo riducendo le esportazioni dopo l’estate del 2021 e non rifornendo i siti di stoccaggio di proprietà di Gazprom nell’UE. Dalla primavera del 2022, la Russia ha utilizzato le forniture come leva per spingere i singoli paesi ad allentare le sanzioni sulle transazioni finanziarie e sulla tecnologia. All’inizio di luglio 2022, la Russia inviava un terzo dei precedenti volumi previsti, portando a un aumento di oltre dieci volte i prezzi del gas nell’UE.
- Fattori congiunturali
- Le coincidenze hanno peggiorato la già difficile situazione energetica dell’Europa. Diversi problemi, come il surriscaldamento dei fiumi, hanno spinto la Francia a chiudere molte delle sue centrali nucleari, aumentando il fabbisogno di gas nella produzione di energia.
- Una grave siccità ha prosciugato fiumi e laghi, compromettendo la produzione idroelettrica e anche gli impianti termici che richiedono centrali elettriche a carbone e di raffreddamento che dipendono dai corsi d’acqua per fornire carbone.
- La siccità ha contribuito all’aumento della domanda di gas naturale liquefatto (gnl). Un mercato del gas naturale liquefatto (gnl) in crescita e più flessibile ha determinato una concorrenza globale per la fornitura di gas, in una situazione che non era possibile quando il gas veniva fornito tramite gasdotto o gnl con contratti a lungo termine: l’Europa e l’Asia competono ora per la stessa fornitura di gnl, facendo salire i prezzi in entrambi i mercati ed estendendo il mercato ristretto degli Stati Uniti. La domanda è stata solo in parte soddisfatta da sostanziali recenti investimenti nella produzione negli Stati Uniti e dal rallentamento dell’economia cinese, che ha reso disponibile più gnl per l’Europa. Come scrive la Rivista Energia, nel corso dell’ultimo anno, prezzi asiatici ed europei sono diventati sempre più correlati: a inizio 2021 la crescita della domanda asiatica e conseguentemente dei prezzi ha attratto volumi di gas naturale liquefatto (Gnl) influenzando gli equilibri e le quotazioni in Europa.
Cosa succede a aziende e consumatori
«Mentre prima l’acquisto di energia veniva considerato qualcosa di secondario o accessorio, con i prezzi attuali l’ottimizzazione dei consumi energetici e dei consumi di metano assume una rilevanza fondamentale. Una commodity che solamente le energivore prima consideravano strategica diventa oggi di fatto una voce di costo importante che va gestita», afferma Marco Giuliani, professore presidente del corso di Laurea magistrale in Management della Sostenibilità ed Economia Circolare dell’Università Politecnica delle Marche. «Il tema è che è necessario creare delle reti».
I prezzi dell’elettricità sono destinati a salire ancora una volta e la bolletta media dovrebbe aumentare del 59% nei prossimi mesi, secondo il regolatore di energia Arera (Autorità per la regolamentazione delle reti energetiche e dell’ambiente), che ha adottato “misure straordinarie” al fine di evitare un aumento del 100% del prezzo delle bollette relative all’energia elettrica.
Il caro-energia mette a rischio 881.264 micro e piccole imprese con 3.529.000 addetti, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano secondo Confartigianato. Le rilevazioni dell’Istat per agosto 2022 confermano che i prezzi alla produzione dell’industria, anche a causa della crisi, sono aumentati del 2,8% su base mensile e del 40,1% su base annua (era +36,9% a luglio). Nel trimestre giugno-agosto 2022, rispetto ai tre mesi precedenti, i prezzi alla produzione sono cresciuti del 5,9% (+6,9% mercato interno, +2,5% mercato estero).
Figura 1. Nella manifattura è esclusa la raffinazione del petrolio. I costi energetici sono relativi all’acquisto di materia prima energetica, di prodotti raffinati del petrolio e per la fornitura di energia. Le altre voci di costo sono ipotizzate invariate. Fonte: Centro Studi Confindustria
Parte 2 – Mercati, consumi e costi
Parte 3 – Impatto ed effetti sulle imprese
Fonti:
Europa alla canna del gas, Ispi Online, 29 agosto 2022
La prima grave crisi del mercato globalizzato del gas, Rivista Energia, 29 agosto 202
Prezzi alla produzione dell’industria e delle costruzioni, Istat, agosto 2022
Con caro-bollette a rischio 881mila MPI con 3,5 mln di addetti, Confartigianato, settembre 2022
S. Felici, C. Puccioni, C. Rapacciuolo e L. Romano, L’impatto della corsa dei prezzi dell’energia sui costi di produzione: settori a confronto tra Italia, Francia e Germania, Centro Studi Confindustria, 2022
B. McWilliams, G. Sgaravatti, S. Tagliapietra and G. Zachmann (2022), A grand bargain to steer through the European Union’s energy crisis, Policy Contribution 14/2022, Bruegel
M. Bina, Le cause dell’attuale crisi energetica internazionale, Euractiv, 2022